
Non ho passioni: come trovare la propria passione senza impazzire
Se uno dei tuoi pensieri fissi è “non ho passioni” prova a: capire come trovare la propria passione è anzitutto una questione di “ascolto” metterti in gioco facendo molto cose […]
Elio Settembre 1, 2021
TL;DR
Le credenze limitanti sono ostacoli mentali che, più o meno consciamente ci bloccano dal realizzare le nostre aspirazioni personali o professionali.
Per eliminare le credenze limitanti proviamo a:
C’è stato un periodo nel medioevo in cui, in Europa, le persone erano convinte di essere fatte di vetro, e quindi avevano paura di rompersi in 1000 pezzi. Tra i sofferenti più famosi di questo curioso fenomeno c’è stato Carlo VI di Francia che assolutamente non voleva che nessuno lo toccasse, arrivando addirittura a indossare abiti rinforzati perché credeva che questo avrebbe limitato le rotture incidentali.
Ora, naturalmente, possiamo guardare a questo strano fenomeno con leggerezza e con superiorità ma questa è una dimostrazione letterale di che cosa siano le credenze limitanti.
Le credenze limitanti sono pensieri, opinioni, che prendiamo vere come assunto, come assoluta verità.
Dal momento che sono “limitanti” hanno un impatto molto negativo sulla nostra vita, ci fanno prevedere il futuro con tinte fosche e ci impediscono di andare avanti e progredire sia dal punto di vista personale che da quello professionale.
La cosa più antipatica è che molto spesso sono pensieri inconsci, e quindi non ci rendiamo nemmeno conto di averli, e, oltretutto, si mascherano anche da meccanismi di difesa che, appunto, ci difendono da situazioni o, curiosamente, altri pensieri negativi.
“Non diventerò mai ricco”, “non troverò mai un lavoro che mi soddisfi”, “non sono capace di fare questo o quell’altro”, “sul lavoro non mi accetteranno mai per come sono”; questo è un brevissimo elenco di convinzioni limitanti, tanto giusto per essere sicuri di capire bene di che cosa si parla.
Queste, perlomeno in ambito lavorativo, sono molto più diffuse, e io per primo le ho avute e, in parte le ho ancora adesso; per loro stessa natura, però non rimangono racchiuse solo nell’ambito lavorativo ma influiscono su tutta la nostra vita a 360°; abbiamo infatti convinzioni limitanti sul denaro, sull’amore e sui rapporti di coppia, sui rapporti in generale, e chi più ne ha più ne metta.
Abbracciando così tanti lati della nostra vita, un cambio di prospettiva è decisamente benvenuto, che dici?
Questi pensieri automatici si sono creati nella nostra infanzia o in seguito a traumi nel corso della vita e sono così radicati dentro di noi da essere parte integrante di quello che facciamo e diciamo senza rendercene nemmeno conto; sono ormai diventati quasi parte della nostra personalità.
Sono, letteralmente, delle corsie preferenziali che si sono formate nel nostro cervello grazie alla ripetizione da parte di persone che riteniamo affidabili (ad esempio i genitori), a determinati stati emotivi relativi a quella credenza (su questo poi ci torniamo dopo), e a fatti accaduti, spesso, come dicevamo, nell’infanzia.
Ma se ci pensiamo, è curioso che noi diamo per verità assolute queste credenze che derivano da:
Ma se allora tutte queste possibili origini non sono affidabili, allora perché le credenze limitanti hanno così tanta presa su di noi?
Lavorando nell’ambito del marketing, molto spesso mi sono imbattuto nella questione dell’importanza dello storytelling, ossia, messa in maniera molto semplicistica, il creare messaggi sotto forma di storie appunto per entrare in contatto emotivo con potenziali clienti per “convincerli” ad acquistare un prodotto o un servizio.
Mentre mi documentavo per creare questo articolo ho trovato una frase particolarmente illuminante:
le convinzioni limitanti sono solo storie che creiamo nella nostra testa
Il collegamento storie-storytelling è stato automatico.
Lo storytelling funziona perché fa leva sulle emozioni, e le emozioni ci spingono ad agire.
Va da sé, quindi, che se le storie ci emozionano e ci influenzano, le credenze limitanti (che sono storie) anche ci creano emozioni (spesso negative) che, purtroppo, nella maggior parte dei casi ci bloccano.
Ma come tante storie, le convinzioni si vestono e ci parlano con credibilità, autorevolezza e certezza, ma non per questo vuol dire che siano anche vere.
Un bel film racconta una bella storia, ci coinvolge, magari ci convince, ma il fatto che sia anche vero è tutt’altro paio di maniche.
Ecco perché parlavo di credenze limitanti e storytelling ed ecco perché con le credenze che, ripeto, vivono solo nella nostra testa è necessario fare “un bagno” di realtà.
Come dicevamo, le convinzioni limitanti spesso sono “movimenti” inconsci di cui quasi non ci rendiamo conto.
Dico “quasi” perché in realtà è possibile portarli alla luce fermandoci e facendo caso a quello che pensiamo o diciamo soprattutto se queste sono frasi che iniziano con “non posso”, “non sono”, “non avrò”, “ma tanto” etc…
Per aiutarci a portare alla luce queste convinzioni possiamo anche semplicemente prendere un foglio, dividerlo in colonne e nominare ciascuna colonna a seconda degli ambiti più importanti della nostra vita, ad esempio il lavoro, il denaro, la famiglia, la salute, le amicizie, e chi più ne ha più ne metta.
Poi, per ciascuna di queste colonne, possiamo elencare, senza dare giudizi di alcun tipo, le credenze limitanti che abbiamo, non perché dobbiamo cambiarle, non perché dobbiamo giudicarle o farci nulla (per adesso), ma semplicemente perché dobbiamo anzitutto riconoscerle.
Possiamo utilizzare modi di dire, frasi fatte che ci venivano ripetute da parenti o conoscenti vari, emozioni parole eccetera.
Qualunque cosa va bene basta che ci faccia vedere i blocchi che abbiamo in ambiti che per noi sono importanti.
Cose tipo “non farò mai carriera”, “avere dei figli mi ostacolerà sul lavoro”, “sono troppo vecchio/a per cambiare lavoro”, “per diventare ricchi bisogna partire ricchi”, “ho sbagliato tutto nella vita” e così via.
(questo processo mi ricorda molto quello che ho descritto quando parlavo di pensiero divergente e creatività)
Se è vero che queste convinzioni limitanti, fisicamente, altro non sono che percorsi radicati e preferenziali del nostro cervello, tutto ciò che dobbiamo fare è “smontare” questi percorsi e crearne di nuovi.
Sembra una cosa molto difficile a farsi, ma per esperienza personale, ti garantisco che a volte una convinzione limitante che è rimasta radicata dentro di noi per decenni si può smontare nell’arco di una frase.
Qualche secondo è ciò che a volte basta per cambiare in meglio tutta una vita.
Non sono uno scienziato né un appassionato di scienze ma sto diventando un fan dell’approccio scientifico alla risoluzione dei problemi e le credenze limitanti sono un test fantastico per mettere alla prova della verità alcune delle nostre credenze più radicate (spoiler alert: non sono vere).
Quello che dobbiamo fare per eliminare le nostre credenze limitanti è prenderne una a caso dalla nostra lista e, chiederci “questa cosa è oggettivamente vera?”.
Ti invito a porre l’attenzione sulla parola “oggettivamente”. I nostri ricordi, le nostre emozioni e anche quello che abbiamo fisicamente percepito potrebbero non essere completamente veri.
Al contrario qualcosa che è oggettivamente vero è vero perché è un fatto dimostrato.
Facciamo degli esempi di credenze limitanti:
“Avere dei figli mi ostacolerà sul lavoro” (questa era mia). È oggettivamente vero? No e prova ne è che adesso che sono padre riesco tranquillamente a lavorare e, anzi, lavoro meglio di prima.
Altra credenza limitante falsa: “sono troppo vecchio per diventare ricco”. Harland Sanders ha fondato la catena di fast food KFC alla veneranda età di 62 anni.
Altra credenza limitante falsa: “chi diventa ricco e/o ha un buon lavoro è perché partiva già da una buona famiglia”. Certo, questo aiuta ma non è fondamentale e basta solo guardarsi intorno per rendersene conto. È più che altro una questione di talento, ma soprattutto di farsi il mazzo.
“Sono fisicamente impossibilitato a svolgere il mio lavoro. Per quanto lo ami, dovrò abbandonarlo”. È oggettivamente vero? Dipende dai casi, ma qui c’è l’esempio di un batterista che, nonostante abbia perso un braccio in un incidente, ha continuato a suonare la batteria. 1 tra i 1000 casi di andare oltre le possibilità che davamo per scontate.
Ora che utilizzo questo approccio scientifico, perlomeno in ambito lavorativo, non me ne vengono in mente (sensate perlomeno) :), ma per amore della discussione facciamo finta che ne abbiamo trovata una. Quindi, sì, quello che credevo è effettivamente un ostacolo insormontabile.
A questo punto dobbiamo chiederci “posso farci qualcosa?”
Risposta uno: “non potrò farci mai nulla” –
Soluzione uno: “sì non possiamo cambiare una cosa, per quanto possa farci incazzare, è inutile che ci spacchiamo la testa perché è solo uno spreco di tempo ed energia” (certo molto più facile a dirsi che a farsi, lo so)
Risposta due: “non posso farci nulla adesso”
Soluzione due: “è inutile che ci pensiamo adesso punto ce n’è occuperemo quando sarà il momento giusto. Per adesso è inutile che ci spacchiamo la testa perché è solo uno spreco di tempo ed energia” (anche qui molto più semplice a dirsi che a farsi).
Sono talmente tanto nerd che ho disegnato addirittura un diagramma di flusso (scaricabile qui) per confermare o smentire le mie convinzioni sbagliate e, sono felice di constatare che moltissime delle mie credenze altro non erano che credenze e tutto ciò che devo fare per smontarle è accettare le cose così come sono, ma, molto più spesso, rimboccarmi le maniche per realizzare la realtà che voglio per la mia vita.
Ma a volte uscire dalle nostre convinzioni limitanti può essere difficile perché sono così radicate dentro di noi, da non poterle “estirpare”.
Allora, in questi casi confrontarci con qualcuno di esterno a noi, alla nostra vita, magari uno psicoterapeuta, può essere di aiuto.
In breve, qualcuno che ci faccia vedere le cose da un punto di vista diverso.
Ti faccio un esempio: anni fa ero convinto che tutta la mia vita fosse già decisa e che io non potessi avere alcun potere su quello che sarebbe stato della mia esistenza.
Poi qualcuno mi ha fatto capire che in realtà la mia convinzione poteva anche essere vera, ma che tutto sommato aveva poca importanza perché la cosa davvero importante era in effetti, quanto io fossi soddisfatto della mia vita, a prescindere dal fatto che tutto fosse già deciso o meno.
E’ possibile cambiare le convinzioni limitanti anche così, cambiando prospettiva.
In entrambi i casi, quello che facciamo è “riprogrammare” il nostro cervello a seguire percorsi nuovi e meno limitanti.
Se vuoi iniziare a togliere forza alle tue convinzioni errate, ti invito a provare questo esercizio di realismo che ti ho appena mostrato.
Prendi un foglio e una penna e suddividilo in tante colonne, nominando ciascuna colonna con un ambito importante della tua vita.
Per ognuno di questi ambiti scrivi le credenze limitanti che hai senza giudicarle, e poi sottoponile a questo “processo scientifico”.
Chissà, potresti rimanere sorpreso dal risultato
Le convinzioni limitanti sono storie, credenze, che inconsciamente ci raccontiamo da tutta una vita e che bloccano la nostra realizzazione personale e professionale. Per quanto queste credenze si siano formate a partire da eventi esterni, è responsabilità nostra smontarle e trasformarle in convinzioni potenzianti.
Per modificare le convinzioni limitanti dobbiamo smontarle semplicemente rendendoci conto che sono solo storie che ci raccontiamo e che nulla hanno a che fare con la realtà. Nel momento in cui oggettivamente ci rendiamo conto che queste credenze altro non sono che ostacoli, queste barriere semplicemente ci cadranno dalle mani e saremo liberi.
Le credenze limitanti nascono quando fatti accaduti in passato o frasi ripetute centinaia di volte ci hanno creato emozioni così forti da diventare parte integrante di noi quasi senza rendercene conto.
Elio Luglio 21, 2021
Se uno dei tuoi pensieri fissi è “non ho passioni” prova a: capire come trovare la propria passione è anzitutto una questione di “ascolto” metterti in gioco facendo molto cose […]
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