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Personalità

Stimolare la Creatività Superando Questi 3 Ostacoli

Elio Aprile 9, 2021


Background

Quando senti parlare di creatività quasi sicuramente ti verrà in mente qualcuno di artistico, che disegna, che pittura, che scolpisce, che scrive, che cucina, qualcuno che ha “idee creative”. In realtà però la  creatività è qualcosa che abbiamo tutti, perché deriva dalla capacità di immaginare qualcosa e di realizzarla nel mondo reale. 

Il problema è che spesso le idee che abbiamo non riusciamo a realizzarle perché ci sono dei pensieri che ci bloccano e ci segano le gambe.

In questo caso possiamo fare tutti gli esercizi che vogliamo per stimolare la creatività, per aumentarla e per avere delle idee innovative e creative, ma finché non riusciremo a liberarci di questi pensieri bloccanti, non andremo da nessuna parte.

Ma quali sono questi pensieri bloccanti?

Bill Gates quando era ancora un ragazzino fu assunto, insieme ad un suo compagno, dalla scuola superiore in cui andava, per cercare di risolvere un problema che da anni la scuola si trascinava da anni, cioè organizzare le lezioni degli studenti per l’anno successivo, cosa non facile perché i corsi non si dovevano sovrapporre, così come gli orari e gli ambienti.

Insomma c’era una tale quantità di variabili che dovevano tenere in considerazione, che dovettero lavorarci per tutta l’estate, giorno e notte, ma alla fine riuscirono a trovare la soluzione.

Ora, se io dico “Bill Gates” non ti viene certo in mente una persona particolarmente artistica o creativa, eppure ha usato la sua creatività per immaginare una soluzione ad un problema che effettivamente esisteva.

Quindi non è solo “creatività” in senso artistico, ma è creatività proprio come immaginare e pensare a possibili soluzioni per risolvere problemi concreti e di tutti i giorni, ecco perché secondo me creatività e pensiero vanno un po’ a braccetto: secondo me nella creatività ci sono tre elementi:

  • l’immaginazione
  • la creatività vera e propria
  • il pensiero organizzativo

Immaginiamo che tu voglia dipingere un vaso di fiori: 

l’immaginazione ti fa venire in mente il vaso di fiori

la creatività è quella parte di te stesso che si diverte a crearlo, magari dipingendolo

il pensiero organizzativo, è quello che ti permette di creare le condizioni necessarie affinché tu riesca a creare il vaso di fiori (ad esempio, se ti manca il rosso lo vai a comprare, se ti manca lo spazio dove dipingere, lo cerchi e così via).

Poi però ci sono anche i pensieri “bloccanti”, che sono quelli che NON ci permettono di creare questo vaso di fiori: 

  • Gli altri mi giudicheranno
  • Io mi giudicherò 
  • E se poi non funziona?

Liberarci dal giudizio degli altri aumenta la nostra creatività

Ebbene sì, gli altri ci giudicheranno, che ci piaccia o no e non possiamo farci nulla, e comunque non possiamo certo piacere e soddisfare tutti no? Ci saranno persone a cui piacerà quello che facciamo, e ci saranno persone a cui NON piacerà il frutto della nostra creatività; e vabbè, si vede che non era per loro 🙂

Il problema è che il giudizio degli altri spesso ci blocca a tal punto che quel famoso vaso di fiori che dicevamo prima, non lo dipingiamo nemmeno e quindi io mi chiedo: ma veramente vogliamo far sì che il possibile giudizio negativo di qualcuno blocchi quello che abbiamo dentro e la nostra creatività?

In realtà la soluzione a questo problema è relativamente semplice, nel senso che dovremmo pensare che tutto ciò che facciamo, non lo facciamo per soddisfare gli altri, ma prima di tutto noi stessi.

Nel momento in cui riusciremo a liberarci da questo primo mattone, allora forse incominceremo a rendere un po’ più leggera la nostra creatività.

E arriviamo così al secondo problema che non è che dobbiamo soddisfare gli altri, ma dobbiamo soddisfare il giudice principale che siamo noi stessi.

Il giudizio di noi stessi blocca il nostro essere creativi

Spesso siamo proprio noi i giudici più severi di noi stessi, soprattutto quando ci lanciamo in pensieri come “non sono abbastanza originale” oppure “non sono abbastanza bravo” o quando ci facciamo prendere dal perfezionismo.

Se dubitiamo di noi stessi ci spingiamo a fare sempre meglio, che va bene sia chiaro! Oltretutto, se fossimo sempre completamente sicuri che tutto quello che facciamo è una figata pazzesca, alla fine ci adageremmo sugli allori perché non ci sfideremmo mai ad andare avanti e diventare più bravi.

In realtà il problema si pone quando tutti questi giudizi invece che farci progredire e migliorare, ci impediscono di essere più creativi, non ci permettono di andare avanti e, anzi, non ci fanno nemmeno muovere i primi due passi.

In quel caso, il modo migliore per approcciare il problema è considerare quello che facciamo non come un risultato fisso e definitivo, ma come una serie di prove ed esperimenti in cui ogni volta miglioriamo sempre un po’ di più.

Sostanzialmente si tratta di avere una specie di approccio scientifico, in cui non è che ci sono risultati buoni o risultati cattivi, ma ci sono risultati che confermano la nostra ipotesi ed altri che NON la confermano; dobbiamo guardare agli errori come a dei passaggi obbligati che dobbiamo affrontare per diventare sempre più bravi. 

Tutte le volte che facciamo una cosa, tutte le volte che la ripetiamo, facciamo pratica e più ne facciamo e più diventiamo bravi; questo elemento è fondamentale nella creatività, e non il talento come molto spesso si pensa.

Poi c’è anche la questione di non essere abbastanza originali, con cui personalmente mi sono scontrato abbastanza spesso, quando magari pensavo: “però questa cosa l’hanno già fatta”, “però esiste già” oppure ancora “non trovo qualcosa di veramente originale!”.

Poi, come per magia, mi sono sbloccato quando ho capito che non esistono cose completamente originali ed idee al 100% innovative: tutto quello che noi vorremmo fare di creativo, altro non è che il risultato e il “mix” di tutte le cose che ci sono piaciute nella nostra vita, di tutti gli stimoli che abbiamo avuto e che, per qualche ragione, abbiamo trattenuto.

Tutto questo viene rimescolato e riproposto al mondo secondo il nostro modo di interpretare la realtà e ciascuno di noi è unico, quindi per forza quello che faremo noi sarà originale.

E se poi non funziona?

Questa cosa che faccio deve assolutamente funzionare, deve essere assolutamente bellissima sennò… (concludi tu con la sfiga peggiore che ti succederà) “.

Se ci pensiamo, caricarci di questa responsabilità prima di fare qualunque cosa (creativa o no), non è che proprio metta le ali alla nostra creatività, no?

Secondo me, un buon modo per “ammorbidire” questo punto di vista, è pensare che tutto ciò che facciamo non lo facciamo per gli altri e non lo facciamo nemmeno per soddisfare il nostro ego, ma lo facciamo semplicemente perché sentiamo che dentro di noi c’è qualcosa che deve uscire, che vuole uscire, a prescindere dai risultati che arriveranno.

Quindi se guardiamo un po’ questi tre pensieri, “gli altri mi giudicheranno”, “io mi giudicherò” oppure “non funzionerà”, ci accorgiamo che sono proprio pensieri, cioè razionalità, cosa ben diversa dal “pensiero creativo”

In un certo senso possiamo dire che creatività e razionalità non vanno proprio d’accordo o perlomeno, questo è stato il mio caso: ad un certo punto, mi sono reso conto che la razionalità bloccava la mia creatività, e me ne sono accorto soprattutto nel momento in cui ho letto “Gli dei dentro l’uomo” (libro molto interessante che ti consiglio di leggere).

In questo libro l’autrice parla delle tipologie di maschi, raccogliendole e raccontandole, non da un punto di vista psicologico, che è una cosa trita e ritrita, ma ripropone la lettura di queste personalità in modo completamente originale, cioè raccontandole , partendo dalla descrizione delle divinità greche, come Zeus (il padrone) , Apollo (quello razionale e calcolatore), Ermes (il cazzaro creativo) e molti altri.

Io, per esempio, sono risultato un mix tra Apollo ed Ermes, dove Apollo è una personalità molto razionale, molto organizzata, molto competitiva ed Ermes, che invece è un un po’ più leggero, creativo e si lascia guidare dall’ispirazione del momento e dall’improvvisazione.

Ad un certo punto, pur essendomi sempre ritenuto una persona creativa, mi sono reso conto che c’era troppo Apollo dentro di me, c’era troppa razionalità che finiva per soffocare tutta la mia parte “Ermes” che quindi faceva fatica a venire fuori.

Quindi ecco, possiamo fare tutti gli esercizi che vogliamo per stimolare la creatività, usare mille mila strategie per aumentarla, usare il pensiero divergente e tutte queste cose , ma fintanto che non abbasseremo un po’ il volume della nostra razionalità e di questa vocina che ci dice che non siamo mai abbastanza nei confronti degli altri e nei confronti di noi stessi… beh, la nostra creatività non verrà fuori.

La prossima volta che vorrai sviluppare un’idea che hai in testa e ti chiederai come aumentare la tua creatività, ti invito a non pensare a tutti i motivi per cui le cose non potrebbero funzionare, ma che lo stai facendo innanzitutto per te stesso e per soddisfare delle parti che ci sono in te, e poi se funzionerà o meno lo vedrai in un secondo momento.

Quindi a questo punto non mi resta che augurarti buon lavoro… creativo.

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