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Personalità

Test della personalità: cosa sono e come funzionano

Elio Giugno 2, 2020


Background

I test della personalità, spesso, si fanno solo per gioco ma a a volte, forse, approcciamo li con un po’ di speranza.

Magari ci sentiamo confusi, piuttosto che insicuri e indecisi sui nostri punti di forza e le nostre debolezze o, chissà, magari abbiamo voglia di vederci confermate alcune cose che sentiamo vere su di noi.

Vedremo quindi se i test della personalità ci possono essere utili in qualche modo, oppure se sono solo passatempi con cui divertirsi non più di 5 minuti.

Cosa sono i test della personalità

I test della personalità sono costituiti da una serie di domande a cui dobbiamo dare una risposta tra una di quelle proposte, o da immagini, forme, o colori a cui dobbiamo dare una specie di feedback sempre scegliendo tra una delle possibilità proposte.

Quindi, i test della personalità servono “a chiudere la nostra personalità in scatolette“, appiccicando su ognuna di queste scatolette un’etichetta piuttosto che un’altra che ci dice come siamo fatti, quali sono le nostre tendenze e i punti di forza.

Perché le persone fanno i test della personalità?

Le persone fanno i test della personalità, secondo me, perché questi sì “vendono” come una soluzione veloce e poco impegnativa alla necessità che ciascuno di noi ha di conoscere se stesso, essere più felice, raggiungere i propri obiettivi, avere una carriera più soddisfacente o magari un rapporto di coppia più soddisfacente.

Alcuni di questi sembrano seri e, nella mia esperienza, relativamente precisi, però, nessuno è in grado di cogliere le sfumature in ciascuno di noi.

Qualunque sia il motivo per cui decidiamo di fare un test della personalità, questo andrebbe preso con le pinze e potrebbe essere un punto di partenza interessante per affrontare un percorso insieme a qualcuno (magari un coach).

Come si svolgono i test della personalità?

Ci sono test della personalità diversi, ognuno dei quali funziona con modalità diverse; ad esempio, in psicologia, un test molto utilizzato è quello delle macchie di Rorschach in cui, guardando una serie di carte su cui sono disegnate delle macchie appunto, bisogna dire ciò che ci viene in mente osservandole. Finito il ciclo di carte, lo psicologo farà le sue valutazioni su ciò che noi abbiamo detto e imposterà il lavoro anche sulla base di questo feedback.

Questo è un esempio tra i tantissimi che i professionisti usano durante le loro sessioni, ma quello su cui vorrei concentrarmi adesso, sono più che altro i test della personalità on-line, quelli che possiamo trovare facilmente su internet e che non richiedono l’intervento di nessuno specialista.

Di quiz della personalità così ce ne sono tantissimi, ma funzionano bene o male tutti allo stesso modo: durante il test, leggeremo una serie di frasi che descrivono un certo comportamento o una certa situazione. Ciò che dovremmo fare noi sarà valutare quanto quella frase ci descrive utilizzando una scala di valori.

Di solito sono test che durano dai 10 ai 20 minuti, ma ci sono casi in cui può durare molto di meno oppure molto di più. Quasi tutti, inoltre, indicano la necessità di rispondere a queste domande sinceramente.

Un test della personalità, in effetti, deve “valutare” come siamo, e non come vorremmo essere.

I test della personalità sono affidabili?

I test della personalità non sono fatti per cogliere le nostre sfumature di carattere, ma sono stati creati per individuare alcuni tratti molto generali; in realtà, quindi, nessuno potrà dirci che potremmo essere bravi a suonare il violino in un gruppo folk irlandese che, però, magari è proprio ciò che vorremmo/dovremmo fare, perché il nostro daimon sarebbe proprio lì.

Ma c’è di più: facendo un po’ di ricerca ho dato un nome a un fenomeno che spesso ho vissuto in prima persona, l’effetto Forer.

L’effetto Forer o effetto Barnum è quel fenomeno tale per cui leggendo un profilo psicologico, tendiamo a riconoscerci in questo, ritenendolo valido e accurato ma non rendendoci conto che la descrizione proposta è così generale, che in realtà potrebbe essere applicato a chiunque.

Questo fenomeno prende il nome dallo psicologo che decise di provare questo esperimento: diede ai suoi studenti un test della personalità al termine del quale fornì loro un feedback individuale. A completamento dell’esperimento, poi chiese agli studenti di valutare con un voto da 0 a 5 l’accuratezza del profilo che avevano ricevuto.

La media dei voti che i suoi feedback ottennero fu di 4,26. Solo una volta terminato l’esperimento, Forer disse ai suoi studenti che la valutazione che avevano ricevuto era uguale per tutti e che era completamente slegata dal questionario a cui avevano risposto. Il feedback che gli studenti avevano ricevuto era:

“Hai molto bisogno che gli altri ti apprezzino e ti stimino eppure hai una tendenza a essere critico nei confronti di te stesso. Pur avendo alcune debolezze nel carattere, sei generalmente in grado di porvi rimedio. Hai molte capacità inutilizzate che non hai volto a tuo vantaggio. disciplinato e controllato all’esterno, tendi a essere preoccupato e insicuro dentro di te. A volte dubiti seriamente di aver preso la giusta decisione o di aver fatto la cosa giusta. Preferisci una certa dose di cambiamento e varietà e ti senti insoddisfatto se obbligato a restrizioni e limitazioni. Ti vanti di essere indipendente nelle tue idee e di non accettare le opinioni degli altri senza una prova che ti soddisfi. Ma hai scoperto che è imprudente essere troppo sinceri nel rivelarsi agli altri. A volte sei estroverso, affabile, socievole, mentre altre volte sei introverso, diffidente e riservato. Alcune delle tue aspirazioni tendono ad essere davvero irrealistiche”.

Non so per te, ma per me molte delle frasi riportate nel feedback sono piuttosto appropriate, quindi magari anche io sarei caduto nel suo “tranello”.

Una delle critiche che ho riscontrato più spesso rispetto ad alcuni test, per esempio al Myers-Briggs, uno dei più diffusi, è che questi possono ritornare risultati diversi in momenti diversi.

Tutto questo, però, non vuol dire che tutti i test non siano affidabili; in effetti ci sono anche moltissimi riscontri positivi da personaggi particolarmente in vista che, magari, hanno costruito parte della loro fortuna anche grazie agli input che avevano ricevuto da questi test.

Una che mi viene in mente, è Susan Cain, autrice del libro “Quiet: il potere degli introversi in un mondo che non sa smettere di parlare ” e protagonista di un Ted Talk di grande successo. Susan, durante un’intervista in uno dei podcast di Ted dice che la lettura di “Do what you are” le ha cambiato la vita.

Do what you are

Do what you are” è un libro prevalentemente incentrato sull’utilizzo del test di Myers-Briggs e, apparentemente, per lei il risultato è stato azzeccato.

Per mia esperienza, posso dire che per esempio il test di Myers-Briggs è stato relativamente accurato e che, pur avendolo ripetuto più volte, a distanza di tempo e su piattaforme diverse, il risultato è stato sempre lo stesso.

Un altro test che ho trovato particolarmente accurato è stato il Clifton Strengths che ha riportato come risultati caratteristiche che, in effetti, mi contraddistinguono, ad esempio la preferenza per attività intellettuali e la tendenza a rapportarmi con il mondo soprattutto attraverso la lettura, l’importanza che do al significato delle cose su cui lavoro (piuttosto che sul ritorno economico che ne deriva), e il desiderio di studiare e imparare.

Preso dalla curiosità, poi ne ho fatti anche altri ad esempio quello di 16 Personalities, Big Five e High Five e ciò che ho trovato interessante è che, magari con parole diverse e con accenti diversi, continuavano a ricorrere gli stessi temi, ossia la passione per l’apprendimento, una forte attività intellettuale, la spinta a realizzarmi in attività nelle quali vedo un significato e uno scopo che vada oltre il semplice svolgimento dell’attività.

Questa continua ricorrenza di elementi mi ha fatto riflettere su una cosa: chissà, forse nessuno di questi è esatto, ma avendo diversi riscontri ho trovato utile vedere quali caratteristiche ricorrevano più spesso per poi chiedermi se effettivamente queste caratteristiche potevano in qualche modo definirmi e, sorpresa sorpresa, in effetti sì.

La cosa importante, in tutto questo, è che non è il test che mi definisce, ma sono io che utilizzo il test come strumento per riflettere su me stesso e capire quali sono i miei punti di forza.

A pensarci bene, questi test altro non sono che strumenti che possono aiutarci a riflettere su alcuni aspetti della nostra personalità; di sicuro non ci daranno le risposte che cerchiamo da chissà quanto tempo, ma possono fornirci spunti che noi siamo liberi di cogliere o meno. In effetti, come con ogni strumento, il risultato che si ottiene dipende dall’utilizzo che se ne fa.

Quindi, già che si parla di strumenti, l’unico consiglio che mi sento di dare è prendere i risultati che otteniamo con le pinze, tenendo quello che percepiamo come vero e utile per noi e lasciando tutto il resto, compresa forse la delusione per non aver ottenuto il profilo che ci aspettavamo.

Ok , spero che ciò di cui abbiamo parlato oggi ti sia stato utile e, veramente, se, come me, ti sei chiesto o ti stai chiedendo quale direzione prendere, fare questi test può davvero aiutarti.

Buon divertimento.

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