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Personalità

La Voce del daimon

Elio Marzo 26, 2020


Background

Ok, dimmi se ti sei mai sentito così: 

hai mai avuto la sensazione di essere capace di molto di più? 

Hai mai avuto il desiderio di lanciarti in qualcosa, ma non sai nemmeno tu bene che cosa?

Nel lavoro che fai tutti i giorni, hai mai avuto la sensazione di essere un pesce fuor d’acqua, o magari di essere sprecato? 

Te lo chiedo perché io, per anni, mi sono sentito più o meno così.

Adesso, dopo molto tempo e dopo molti vicoli ciechi, mi sento tranquillo nel dirti che se vuoi, c’è luce in fondo al tunnel.

Il nostro sentirci sprecati, inadeguati, il nostro desiderio di fare qualcosa di più, o forse di essere qualcosa di più, non sono i segni che siamo sbagliati e, per quanto fastidiosi, dobbiamo ascoltarli.

Sì perché questi sentimenti sono la nostra bussola e ci indicano dove dobbiamo andare per essere più contenti e soddisfatti di noi stessi.

Io sono Elio e sono l’ideatore di questo spazio.

Da che cosa nasce “La Voce del Daimon”? Questo progetto nasce dall’esigenza mia, ma forse condivisa, di cercare di dare una risposta alla domanda “Chi sono io?” “Che cosa ci faccio qui? ” dall’esigenza di sentirsi in pace con se stessi anche grazie all’attività che svolgiamo tutti i giorni… lavorare.

La scoperta e la realizzazione di sé tramite il lavoro non è un’utopia, ma qualcosa di realmente possibile che potrebbe rendere la vita nostra, e di chi ci sta intorno, molto migliore.

Il lavoro quindi… Il lavoro che non è, o perlomeno non dovrebbe essere, solo un continuo susseguirsi di giorni tutti pallosamente uguali fino alla pensione, ma un mezzo straordinario che abbiamo per scoprire chi siamo, per far emergere i nostri talenti e per soddisfare le nostre aspirazioni sia personali che economiche.

Quindi parleremo di come trovare i nostri talenti ed esprimerli, parleremo di come focalizzare le nostre passioni, a volte chiare a volte no, e di come applicare tutte queste scoperte nel mondo del lavoro e come proporsi on-line perché, tutto sommato, in qualche modo dobbiamo pur campare no?

Ma perché si chiama proprio così: la voce del daimon?

Ok, ci sono due parti in questo nome: “voce” e “daimon”.

Voce:

  • “voce” intesa come espressione del sè, cioè banalmente, noi abbiamo la possibilità di esprimere quello che pensiamo semplicemente dicendolo, tramite la nostra voce.
  • Ma voce anche intesa come comunicazione di ciò che di più profondo abbiamo dentro; sono convinto che ognuno di noi abbia un messaggio, qualcosa che deve essere espresso e, magari, appunto proprio tramite la voce, portato al mondo.
  • Ma voce inteso anche in senso “artistico”: tempo fa, ad esempio, ascoltavo un’intervista che il chitarrista dei Queen Brian May ha rilasciato tempo fa, per la presentazione del suo libro “Red Special”, in cui racconta la storia della sua chitarra. 

Sì, perché, la chitarra di Brian May ha una storia un po’ particolare: quella chitarra è stata costruita da lui insieme al padre quando Brian era ancora un ragazzino, ma la cosa particolare è che quella chitarra è costruita con pezzi e oggetti che lui e la sua famiglia usavano quotidianamente, quindi potremmo dire una chitarra fatta in casa con oggetti “di fortuna”.

Ebbene, questa chitarra, ripeto fatta in casa con pezzi di scarto, è la chitarra che Brian ha sempre usato sia in studio che in concerto e raramente ne ha usata un’altra.

Questa chitarra è talmente particolare da avere un suono che la rende riconoscibile tra tutte le altre. Chi ha un po’ di orecchio musicale e chi è appassionato del genere è in grado di riconoscerla. 

Perché ti racconto questo? Durante questa intervista, Brian a un certo punto dice qualcosa tipo “il suono di questa chitarra è la mia voce”.

Quello che Brian dice è che quella chitarra è talmente personale, è talmente parte della sua storia da essere diventata il modo che lui ha per esprimere ciò che ha dentro, la sua Arte.

  • E infine , “voce” intesa come voce interiore, come voce che ci dice “guarda che così non va bene”, ” o “questa vita non fa per te “, “sì ma qui non c’entri una mazza “, e via discorrendo magari anche con toni un po’ più accesi.

Il problema è che, purtroppo, spesso, questa voce non la ascoltiamo, la mettiamo a tacere, quando forse se avessimo il coraggio di ascoltarla chissà che cosa potremmo scoprire.

Daimon: La parola “daimon” invece, senza scendere troppo in approfondimenti filosofici, è una parola greca che oggi tradurremmo come “demone”, e che, lontano dalla interpretazione negativa che ne diamo oggi, indica una figura, un’immagine, una via di mezzo tra l’umano e il divino che è dentro ognuno di noi, che guida le nostre tendenze le nostre aspirazioni. 

C’è un bellissimo libro tutto dedicato a questo argomento che è “Il codice dell’anima” di James Hillman, e in un passaggio di questo libro Hillman dice:

Nasciamo con un carattere; ci viene dato è un dono dei guardiani della nostra nascita, come dicono le vecchie storie… Ognuno entra nel mondo con una vocazione. il daimon svolge la sua funzione di promemoria in molti modi. Ci motiva, ci protegge. invita e insiste con ostinata fedeltà. Si oppone alla ragionevolezza facile, ai compromessi e spesso obbliga il suo padrone alla devianza e alla bizzarria, specialmente quando si sente trascurato e contrastato.

Quindi, alla fine, due parole che, in modo diverso, indicano la stessa cosa: ognuno di noi ha dentro un mondo e possiamo usare il lavoro per vivere questo mondo che è dentro di noi da sempre.

Sia chiaro: io non sono uno psicologo, non sono un coach, non sono un filosofo ne ho la presunzione di sostituirmi a nessuno di questi; però sono un uomo che, come tutti, ha fatto un percorso di vita che mi ha spinto a farmi delle domande e darmi delle risposte.

Tutto questo altro non è che la espressione delle mie risposte, che spero possano essere utili a chi si pone o si è posto le mie stesse domande, ha avuto i miei stessi dubbi e le mie stesse paure, perché alla fine siamo tutti esseri umani e, pur nella nostra infinita diversità, funzioniamo bene o male tutti allo stesso modo.

Spero che tutto questo possa essere utile a te che ti senti insoddisfatto della tua vita lavorativa, spero che possa essere utile a te che senti di essere molto di più di ciò che puoi esprimere tutti i giorni, spero che possa essere utile a te che magari hai già un lavoro che ti soddisfa ma vorresti raggiungere più persone on-line.

So che è utile per me, quindi chissà magari sarà utile anche per te.

Sarei onorato di fare con te un pezzo di strada e, se vuoi, dividerci il peso dello zaino che ti porti sulle spalle.

Non devi farlo da solo; se vuoi io sono qui. Andiamo?


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