
Come usare i Social Media in modo Consapevole
Sono sicuro che anche tu sai che i social media sono un modo fantastico per proporre la propria attività sul web e per raggiungere un potenziale enorme di utenti e […]
La ricerca delle parole chiave è una di quelle cose che sembrano avvolte da un alone di mistero e che possono anche magari spaventare chi non è abituato a farla, ma in realtà è una cosa semplice, e in cui è il buon senso a fare la differenza.
Quindi sì, lo so che ti potrai essere sentito confuso, spaesato o magari anche solo intimidito dal dover fare la ricerca di parole chiave, anche solo per il fatto che non sai come si fa. Ma è esattamente di questo che parleremo oggi, di come fare la ricerca di parole chiave che, ripeto, è una cosa molto semplice, ma soprattutto potrai anche farla gratis o quasi, visto che l’utilizzo di strumenti a pagamento aiuta certo, ma non è assolutamente necessario.
Allora, vediamo insieme come fare la ricerca delle keywords in 6 passi (+ 1).
Anzitutto considera che non esiste solo un modo per fare la ricerca di parole chiave, ma ognuno ha il suo, quindi anche tu, con il tempo, troverai un modo tuo per fare la ricerca di parole chiave.
Quello che ti propongo io è il MIO modo di fare la ricerca di parole chiave e, come vedrai, non ci focalizzeremo tanto sulle keywords quanto più che altro sugli argomenti da trattare.
Questo perché l’ottimizzazione degli articoli sulle parole chiave è una tattica che ormai appartiene al passato e adesso al posto di ottimizzare articoli per un termine specifico, la tendenza è quella di creare contenuti che affrontino un determinato argomento nella maniera più completa possibile, il che naturalmente richiede l’utilizzo di parole chiave, ma richiede anche un approccio di più grande respiro e che quindi non sia focalizzato solo su un termine specifico.
Questo termine specifico è quello che viene comunemente chiamato “parola chiave”, che altro non è che ciò che gli utenti digitano sui motori di ricerca.
Esistono termini che sono cercati molto più frequentemente di altri ed esistono termini che invece sono usati qualche decina di volte al mese (o all’anno).
Queste ultime sono quelle che sono comunemente chiamate ” parole chiave a coda lunga”, e sono termini che:
Tanto per fare un esempio, la parola ”pasta” avrà sicuramente un volume di ricerca enorme, sarà sicuramente molto difficile arrivare in prima pagina per questa parola chiave, e in realtà, se ci pensiamo bene, non è chiaro che cosa l’utente cercasse quando ha scritto la parola ”pasta”: cercava informazioni nutrizionali? Cercava ricette? Cercava un posto dove mangiare la pasta?
In realtà non si sa ed è esattamente per questo che Google presenta sulla pagina dei risultati siti molto diversi in modo tale che l’utente, tra questi, possa trovare ciò che gli interessa di più.
Se invece noi scriviamo ”pasta al sugo”, allora saremo di fronte ad una parola chiave che ha sicuramente meno volume di ricerca rispetto a ”pasta”, sarà anche relativamente meno competitivo, ma sicuramente indica anche un tipo di ricerca molto più focalizzata rispetto a prima perché l’utente sta cercando molto probabilmente informazioni su come preparare la pasta al sugo e infatti quello che Google mostra sulla prima pagina è una serie di ricette proprio per fare la pasta al pomodoro.
E poi, infine, c’è l’esempio di una parola chiave a coda lunga come ad esempio ”come riscaldare la pasta al sugo”. In questo caso, come prima, il volume di ricerca sarà ancora più basso, sarà probabilmente meno competitivo, ma a questo punto è chiarissimo che cosa sta cercando l’utente, ossia informazioni proprio su ”come riscaldare la pasta al sugo”.
Quindi, per logica, capiamo che le parole chiave su cui potremmo indirizzare i nostri sforzi sono parole chiave che si trovano idealmente in un punto In cui il volume di ricerca è abbastanza alto, non è troppo competitiva e risponde ad una domanda ben precisa.
Ed è proprio da qui che inizia il nostro percorso alla ricerca della parola chiave migliore su cui noi potremmo voler lavorare, e, ovviamente, va da sé che il concetto di ”migliore” dipende molto da caso a caso, da sito a sito, e che il processo che guarderemo oggi è semplicemente un esempio tanto per vedere insieme come si fa.
Quindi, come dicevamo, il primo step da fare è selezionare la parola chiave. Per selezionare la parola chiave dobbiamo anzitutto avere in mente di che cosa vogliamo parlare e cercare di definire questo ”qualcosa” con una parola, mettendoci nei panni dei nostri utenti per capire che cosa scriverebbero loro.
Facciamo finta che stiamo scrivendo un articolo di fotografia, e, più nello specifico, vogliamo fotografare dei bambini. Quindi, stabilito questo, dobbiamo verificare che effettivamente le persone cerchino informazioni su quello di cui noi vogliamo scrivere.
Per fare questo possiamo utilizzare uno dei mille mila strumenti che ci sono in giro per trovare il volume di ricerca mensile delle parole chiave. Il primo, rigorosamente gratuito, che mi viene in mente è Ubersuggest (Ubersuggest dal 17/02/2020 è diventato a pagamento – circa 9 €al mese, che è comunque pochissimo), uno strumento nato molti anni fa e che negli ultimi mesi si è sviluppato notevolmente aggiungendo funzioni e informazioni che normalmente sono disponibili solamente negli strumenti a pagamento.
Se noi cerchiamo ”fotografare bambini” vediamo che il volume di ricerca è piuttosto alto, circa 2900 ricerche, il che vuol dire che questa parola chiave è cercata in media quasi 3000 volte al mese, che non è proprio poco! Quindi, adesso abbiamo verificato che in realtà ci sia interesse riguardo all’argomento di cui noi vorremmo scrivere. Ottimo!
Il secondo step da fare è verificare quanto sia competitiva la parola chiave sui motori di ricerca. Diciamo che una regola molto generale, ma anche la logica, ci dicono che parole chiave che mi danno dei risultati sui motori di ricerca con siti molto autorevoli come ad esempio Wikipedia, piuttosto che Amazon o in generale siti molto conosciuti nel loro settore saranno più difficili da ”rankare” in prima pagina e che, soprattutto se abbiamo appena messo on-line il nostro sito, per il momento, sarebbe meglio focalizzare le nostre energie su parole chiave, che magari hanno meno volume, ma sono anche meno competitive.
Rispetto a questo, ubersuggest, così come altri tool a pagamento, fornisce un valore indicativo di quanto potrebbe essere difficile arrivare in prima pagina. È un valore calcolato sul numero di link che i siti hanno e la loro autorevolezza; diciamo che, in generale, più un sito a link esterni e più è autorevole, più sarà difficile arrivare prima di lui sui motori di ricerca.
Considera comunque che la metrica che vedi qui è semplicemente una stima e non è né un numero esatto, né tantomeno una metrica” approvata da Google” ; è solo un dato in più che hai per fare le tue valutazioni.
Eventualmente, potresti fare anche un secondo controllo e utilizzare un altro strumento, ovviamente sempre gratuito che si chiama seoquake, è che è una estensione per Chrome o Firefox che ti permette di vedere singolarmente, sito per sito, quanti link hanno le pagine che sono in prima pagina e quanto difficile per te potrebbe essere arrivare dove sono loro adesso.
Ovviamente, meno link e meno autorevoli sono le pagine in prima pagina (scusate, suona malissimo!) , più facile sarà per te sorpassarli. Di nuovo, come prima, considera che anche i numeri che vedi qui sono più che altro indicativi e sono dati raccolti da strumenti che non hanno nulla a che fare con Google e che questi numeri non devono essere presi come verità immutabili ma devono essere considerati più che altro come indicazioni.
Ok, stabilito che la parola chiave non è particolarmente difficile dobbiamo considerare altre due cose, ossia la stagionalità della parola chiave e quanto questa parola chiave sia in realtà importante per me, al di là del fatto che abbia un buon volume di ricerca.
La stagionalità è un concetto molto semplice da capire: fotografare bambini è una parola chiave che va bene un po’ tutto l’anno, Ma, ad esempio,” fotografare bambini con costume di Halloween”, beh, è tutto un altro paio di maniche, visto che Halloween c’è solamente una volta all’anno e quindi è verosimile aspettarsi che le persone cerchino “come fotografare i bambini con costumi di Halloween” solamente a ridosso della festa, e difficilmente faranno questo genere di ricerche a Ferragosto, quando magari cercheranno invece” fotografare i bambini al mare”.
L’altro aspetto che avevamo definito è quanto sia importante per me la parola chiave: se io sono un fotografo di eventi sportivi, la parola chiave” fotografare bambini”, può anche avere un alto volume di ricerca, ma in realtà non è una cosa che mi interessa tanto perché non è ciò che faccio io. Se invece sono un fotografo che si specializza in foto di famiglia, beh, allora fotografare bambini rientra proprio nel mio ramo di attività, per cui avrebbe senso investire tempo e risorse per cercare di arrivare in prima pagina per questa parola chiave, anche se qui dovremmo fare un altro inciso su cui torneremo dopo.
Quindi una volta che abbiamo capito che questa è la parola chiave ideale per noi, non dobbiamo fare altro che ritornare al nostro strumento di ricerca di parole chiave e scaricarci tutte le informazioni che ci dà, soprattutto perché, come dicevamo all’inizio, noi non dobbiamo ottimizzare l’articolo solo per la parola chiave specifica, ma in realtà dobbiamo affrontare l’argomento nella sua totalità.
Ed è qui che entrano in campo le parole chiave secondarie, ossia termini che sono strettamente collegati alla parola chiave principale, sinonimi, modi di dire, espressioni, che ricorrono normalmente quando si definisce questo argomento. Ad esempio, oltre a ”fotografare bambini” si potrebbe anche dire” fotografare bimbi”.
Però, siccome dobbiamo affrontare l’argomento da diversi punti di vista ecco che possiamo trovare parole chiave suggerite che ci possono dare spunti su argomenti da trattare nello specifico, ad esempio, in questo caso,” fotografare bambini piccoli”, ”fotografare bambini a scuola” o, magari anche” fotografare bambini legge”.
Queste sono tutte parole chiave collegate, ma sono anche indicazioni utili che ci possono far capire quali argomenti affrontare perché sono cose che gli utenti effettivamente cercano. E, così facendo, noi avremo la possibilità di farci trovare quindi non solo per la parola chiave principale ”fotografare bambini”, ma anche per quelle collegate.
Una volta quindi che abbiamo la nostra bella lista di parole chiave, possiamo passare ad un controllo più” manuale”, che è più che altro un passaggio obbligato, di buon senso, cioè cercare su Google la parola chiave principale e vedere che cosa esce in prima pagina.
La prima cosa da fare è controllare che tipo di contenuti ci sono in prima pagina. Per fare questo, non dobbiamo fare altro che aprire i risultati sulla prima pagina di Google e vedere che cosa sono e di che cosa parlano. Questo passaggio è fondamentale per capire due cose:
L’intento della ricerca indica, sostanzialmente, ciò che l’utente cercava quando ha scritto la parola chiave. Nel caso di” fotografare bambini”, l’intento è abbastanza chiaro: imparare a fotografare i bambini. Quindi l’utente si aspetta di trovare in prima pagina delle guide che gli spieghino come fare a fotografare i bambini. Ma la cosa non è sempre così chiara: ti ricordi all’inizio quando avevamo parlato di ”pasta”?
Ecco, in questo caso, l’intento della ricerca non è così chiaro perché Google non sa se l’utente stia cercando una ricetta, piuttosto che un posto dove mangiare la pasta piuttosto che magari delle informazioni nutrizionali, e visto che l’utente non gli ha fornito altre indicazioni, allora Google non può fare altro che mostrare un po’ di tutto sperando che l’utente trovi quello che stava cercando.
Ma ci sono anche casi un po’ più ”sottili”. Se tu sei un fotografo, arrivare in prima pagina per “fotografare bambini” potrebbe portare molta gente sul tuo sito e magari anche qualche cliente; il problema è che una persona che cerca ”fotografare bambini” vuole fotografare i bambini da sé e non si vuole rivolgere un fotografo, quindi il fatto di essere arrivato in prima pagina, difficilmente si tradurrà anche in un aumento di persone che ti chiamano per fotografare i bambini.
Diverso è invece il caso di ”fotografo bambini”; in questo caso l’intento della ricerca è proprio quello di trovare un fotografo che scatti delle foto ai bambini, e se sei uno studio fotografico che fa questo e arrivi in prima pagina, beh allora sei a cavallo.
Ma se invece tu hai un sito che non offre un servizio in particolare, ma si propone come punto di riferimento (in questo caso per la fotografia) per appassionati, allora arrivare in prima pagina per ”fotografare bambini” è esattamente ciò che ti serve. Facciamo finta di essere in questo caso.
Come dicevamo prima, è necessario aprire tutte le pagine che sono sulla pagina dei risultati di Google e vedere di che cosa parlano e qui non dobbiamo fare altro che annotarci tutte le cose di cui gli altri scrivono e, da una parte considerare che anche noi dovremmo parlare di quelle cose (perché in fin dei conti se Google mette quelle URL in prima pagina allora vuol dire che qualcosa di buono lo hanno fatto, e noi non possiamo permetterci di fare di meno), ma soprattutto dovremmo guardare tutte le cose di cui altri NON hanno parlato, perché è proprio questo a fare la differenza.
Se ci pensiamo, effettivamente, ha senso: perché Google dovrebbe rankare un’altra pagina che dice esattamente le stesse cose di altri? Ciò che dobbiamo fare noi e offrire punti di vista diversi, sia per offrire agli utenti informazioni che possono essere utili e che da altre parti non ci sono, ma anche perché dobbiamo trovare il modo per differenziarci e distinguerci dagli altri risultati che Google mostra.
Se noi dicessimo esattamente le stesse cose degli altri, che ragione hanno gli utenti per leggere il nostro articolo piuttosto che quello di un concorrente? Ecco perché è necessario fare questo passaggio: non è una questione di parole chiave, è più che altro questione di affrontare l’argomento da punti di vista che non sono ancora stati considerati.
Se guardiamo la prima pagina di ”fotografare bambini” notiamo che praticamente tutti si focalizzano su aspetti tecnici del ”come” “fotografare i bambini”, il che è giusto ed è esattamente ciò che l’utente cercava. Solo che al di là dell’aspetto tecnico, bisogna considerare anche il fattore umano: fotografare i bambini, non vuol dire solo fotografarli bene dal punto di vista tecnico, ma vuol dire anche cogliere le loro emozioni ad esempio, i loro stati d’animo, e, potremmo anche essere bravi tecnicamente, ma se saltassimo questo passaggio chissà, le nostre foto potrebbero comunicare poco e quindi non sarebbero” belle”.
In effetti, se guardiamo bene, nessuno parla dell’aspetto empatico, di come entrare in comunicazione con i bambini, così che loro non si sentano ”sotto esame” ma che anzi si divertano e siano naturali, e in questo modo le nostre foto allora saranno realmente” belle”.
In realtà, ad essere sincero, a questa riflessione mi ha portato una mia amica fotografa che si occupa esattamente di questo.
In realtà, piccola nota sul volume di ricerca, difficilmente qualcuno cercherà ”come entrare in comunicazione con i bambini per fotografarli” (esempio di parola chiave con coda lunghissima), ma ciò non vuole assolutamente dire che non dobbiamo affrontare l’argomento perché con ogni probabilità è un aspetto che chi fa foto ai bambini si trova ad affrontare e, in qualche modo se lo sarà chiesto
E il fatto di chiedersi le cose, ci porta a un ulteriore step successivo, ossia capire quali sono le domande che gli utenti si fanno. Anche in questo caso esiste uno strumento gratuito che fa esattamente questo: inserita la parola chiave, ci dice quali domande gli utenti fanno rispetto a questa parola chiave.
Ad esempio, se noi cerchiamo su answerthepublic ”fotografare bambini” troveremo domande come ”come fotografare bambini piccoli” “come fotografare bambini neonati”, ”come fotografare bambini in movimento”, ”come fotografare bambini natale” e così via. Queste sono tutte domande che gli utenti fanno e a cui noi possiamo rispondere. Un altro modo per cercare domande che gli utenti fanno è andare a spulciare i vari forum, che per definizione, è esattamente il posto in cui le persone fanno domande.
Ok, siamo quasi arrivati in fondo. Prima di concludere la nostra ricerca di parole chiave dobbiamo farci una ulteriore domanda: una volta che gli utenti hanno trovato tutte le informazioni che gli servono, che cosa cercheranno dopo?
In effetti, se ci pensiamo, è probabile che una persona che vuole fare delle fotografie ai bambini, voglia poi migliorarle, magari cambiando i livelli dei colori, aumentando o diminuendo la luminosità, e così via.
Quindi potremmo anche aggiungere, in coda al nostro articolo, una sezione, magari breve e di introduzione ad un altro articolo più completo, su come gestire la post produzione delle foto ai bambini. In questo modo, avremo aggiunto un altro pezzo al puzzle del nostro articolo che sarà sicuramente qualcosa di diverso e più completo rispetto a ciò che c’è già sulla prima pagina.
Un piccolo tip extra che non riguarda tanto la ricerca delle parole chiave, quanto la creazione dei contenuti: se mentre stai guardando i concorrenti sulla prima pagina ti rendi conto che per esempio ci sono dei video, allora vuol dire che forse anche tu dovresti considerare di creare un video che parla di quell’argomento, perché così facendo, avresti possibilità di attrarre traffico al tuo brand non solo tramite l’articolo che hai scritto grazie alla ricerca delle parole chiave, ma anche tramite il canale YouTube.
Bene, direi che abbiamo concluso e a questo punto non ci rimane altro che fare un riassunto di tutte le cose che abbiamo detto:
Ok, se sei arrivato fino qui in fondo sei veramente un (o una) grande; so che abbiamo messo molta carne al fuoco ma, davvero, è molto meno lavoro di quanto in realtà non sembri ; è più che altro una questione di prenderci la mano e abituarsi a fare questi passaggi, ma una volta che entreranno a far parte della tua routine ti renderai conto che non è una cosa così lunga e che, comunque, il risultato che otterrai ti permetterà di scrivere un articolo completo e non tanto focalizzato solo su una parola chiave, ma ti permetterà invece di affrontare un argomento nella sua completezza.
Ti lascio anche una lista di tutti gli strumenti, rigorosamente gratuiti, che potrai utilizzare per la tua ricerca di parole chiave, considerando che i tool del mestiere cambiano e si aggiornano di continuo, quindi, mi raccomando, se scoprissi strumenti che non sono menzionati di seguito, fammelo sapere e io li aggiungerò alla lista.
Bene, adesso è davvero tutto alla prossima.
Elio Marzo 26, 2021
Sono sicuro che anche tu sai che i social media sono un modo fantastico per proporre la propria attività sul web e per raggiungere un potenziale enorme di utenti e […]
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