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Cambiare Prospettiva: come farlo e Perchè è importante

Elio Agosto 18, 2021


Background

Cambiare prospettiva è sicuramente una delle cose più importanti per mantenere un atteggiamento positivo nei periodi più complessi e per trovare delle vie d’uscita quando, apparentemente, non ce ne sono.

Cosa vuol dire cambiare punto di vista?

Ma cambiare punto di vista vuol dire moltissime cose ed è una cosa che può prendere moltissime facce a seconda di come la si guardi.

In ambito lavorativo, ad esempio, cambiare punto di vista può voler dire modificare le credenze limitanti che abbiamo, oppure provare a concentrarsi sul momento presente per evitare di pensare troppo a quello che potrebbe accadere, forse, in futuro.

Sostanzialmente, vuol dire modificare i nostri pensieri su una determinata cosa partendo da una prospettiva negativa per arrivare ad una positiva.

Ma quand’è che ha senso fare questo cambio di prospettiva? Beh, secondo me, ha senso farlo quando ci rendiamo conto che determinati pensieri, credenze, o stati d’animo, ormai sono diventati degli ostacoli per noi.

Chiaramente, in questo caso, sarà necessario uno “sforzo” di consapevolezza e molta onestà per rendersi conto che certi nostri approcci alla realtà non ci fanno stare bene, e, in questo caso, abbiamo tutto da guadagnare a modificare il nostro punto di vista.

Altre volte, invece, questo è un processo che avviene automaticamente grazie alle esperienze che facciamo e, in questo caso, vecchie credenze e opinioni semplicemente ci cadono dalle mani senza sforzo.

Oppure, alte volte ancora, qualcuno di esterno ci fa considerare angoli che ancora non avevamo guardato, oppure magari li avevamo guardati ma nel momento sbagliato.

Come cambiare prospettiva?

Cambiare Punto di Vista
Cambiare Punto di Vista

A volte cambiare punto di vista è un percorso che richiede anni e anni ed è una cosa talmente lenta di cui, per lo meno coscientemente, non ci rendiamo nemmeno conto.

Altre volte, invece, questo avviene in maniera così repentina che abbiamo quasi la sensazione che un muro che ci siamo costruiti nel tempo si sgretoli, letteralmente, davanti ai nostri occhi.

Dipende da quanto siamo pronti ad accettare il cambiamento e da quanto siamo ricettivi.

La cosa più importante da fare, sicuramente, è trovarsi nel momento ideale per farlo, o, ancora meglio, “prepararsi” a questo cambiamento.

Le domande più importanti

Per fare questo dobbiamo semplicemente porci questa domanda: “quanto mi aiuta pensare questa cosa?”, oppure “che cosa mi impedisce di fare questa cosa?”, oppure ancora, “come posso passare da vittima a protagonista?”, “come posso trarre il meglio da questa situazione?”

Modificare la propria prospettiva è, credo, una presa di responsabilità, una “mutazione” positiva del nostro stato d’animo che ci fa passare da vittime a protagonisti della situazione.

D’altra parte si dice anche che “il maestro arriva quando l’alunno è pronto”, a significare che un cambio di prospettiva considera angoli che ancora non avevamo guardato e, sostanzialmente, crea nel nostro cervello nuovi percorsi che sostituiscono quelli vecchi.

Ma per creare questi nuovi percorsi è necessario un segnale molto forte, magari un input emotivo e dobbiamo quindi essere “ricettivi” abbastanza da accogliere questo stimolo per far sì che crei le condizioni necessarie per sviluppare questi nuovi percorsi cerebrali.

Ma è importante che questo cambiamento non rimanga solo nella nostra testa, ma inizi a vivere anche nel mondo reale.

E, infatti, una volta che questo “nuovo percorso” sarà pronto, allora, saremo in grado non solo di cambiare prospettiva ma di agire nella nostra vita per realizzarla materialmente.

Ti voglio portare due esempi dalla mia esperienza personale, un ostacolo che viveva solo nella mia testa e un problema oggettivo, reale.

L’ostacolo mentale

Per moltissimo tempo sono stato convinto che nulla dipendesse da me e che tutto, sostanzialmente, fosse già stato deciso, e infatti, spesso, mi chiedevo “ma che senso ha fare questo piuttosto che quell’altro se tanto è già tutto scritto?”.

Va da sé che il raggiungimento dei miei obiettivi non era una cosa preso nemmeno lontanamente in considerazione

Qui, il cambiamento di prospettiva è accaduto quando qualcuno mi ha detto “non puoi sapere se effettivamente quello che ti accadrà è già tutto scritto o no, ma non importa. Quello che conta di più è che tu sia soddisfatto di te stesso e, a quel punto, che il tuo destino sia già predeterminato non conterà più di tanto”.

E’ bastato qualche secondo per distruggere un impianto mentale che mi aveva accompagnato e bloccato per moltissimi anni; è stato sufficiente guardare questa cosa da un altro punto di vista per passare da uno stato di completa passività ad uno stato di completa attività e presa di responsabilità della mia vita.

L’ostacolo reale

Tempo fa, di punto in bianco, senza che ne avessi alcuna premonizione, sono stato licenziato dal posto di lavoro che avevo in quel momento.

Lì per lì, ovviamente, è stato un po’ come se mi fosse caduto il mondo addosso e solo con il tempo ho capito che:

A) Ho perso un lavoro che, comunque, di sicuro non faceva per me

B) Questo mi ha dato la possibilità di esplorare e provare cose nuove, crescere e, alla fine, prepararmi per un nuovo lavoro di sicuro molto più appagante.

Come si dice spesso “si chiude una porta, ma si apre un portone”

Ed è proprio a questo che servono i cambiamenti di prospettiva: servono a mostrarci delle possibilità dove prima vedevamo solamente degli ostacoli.

Cambiare punto di vista è una possibilità di crescita che abbiamo, spesso, come molte volte accade, mascherata da problema.

I 3 passi per cambiare prospettiva

Quindi, per cambiare punto di vista possiamo seguire questi tre passi:

1) Porsi la domanda “come posso passare da vittima a protagonista attivo della situazione?” (già, solo questo ci permetterà di metterci in uno stato d’animo diverso cambiando, quindi, effettivamente, il nostro punto di vista sulla situazione). Non si tratta di cambiare (né tanto meno migliorare) sé stessi, ma di riconsiderare la propria “posizione sulla scacchiera”

2) Nel momento in cui facciamo questo passaggio da vittima a protagonista allora ci rendiamo conto se possiamo fare qualcosa o meno per modificare la situazione. Se vogliamo essere protagonisti della nostra realtà, se possiamo fare qualcosa per migliorare la situazione, allora non ci resta altro che farla.

Se invece la situazione non ha soluzioni, beh, purtroppo, allora non ci rimane altro che accettare la situazione così com’è (chiaramente una cosa ben più facile a dirsi che a farsi). In entrambi i casi abbiamo cambiato punto di vista, che è esattamente quello che volevamo

3) Se siamo troppo coinvolti dalla situazione, dalle nostre emozioni, e dai nostri pensieri, possiamo comunque rivolgerci a qualcuno che guardi le cose da fuori, da un’altra prospettiva appunto che ci porti a considerare la nostra realtà in modo diverso, che ci aiuti a prendere le distanze, e che ci guidi all’azione o all’accettazione della situazione.

Quale che sia la situazione che sceglieremo, cambiare punto di vista è sicuramente una cosa che ci dà la possibilità di progredire laddove prima vedevamo solamente un muro o un ostacolo.

Un abbraccio

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