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Personalità

paura di non essere abbastanza? E dov’è il problema?

Elio Giugno 11, 2021


Background

In questo momento storico in cui l’apparenza e il sapersi vendere la fanno da padrona, purtroppo c’è sempre in agguato la paura di non essere abbastanza belli, bravi, intelligenti, o qualunque altra cosa, e di non sentirsi all’altezza delle situazioni.

Ma come fare a superare questa paura (spesso infondata)? È quello che vedremo qui 🙂

Il non sentirsi abbastanza bravi, o comunque non sentirsi abbastanza in generale è un bel problema, visto che questa è una paura che si mette tra noi e quello che vorremmo realizzare.

È un argomento questo su cui io, personalmente, ho avuto il mio bel da fare e, tra quello che ho vissuto io e le mie ricerche, ho cercato di mettere insieme un articolo che spero ti possa dare un qualche stimolo per superare questa blocco.

Ma, al di là di varie cause psicologiche che non è il caso di affrontare in questa sede, come ad esempio bassa autostima, o brutte esperienze durante l’infanzia, ho trovato quattro cause principali che sono alla base di questa paura e, per ognuna di queste, ti offrirò diverse soluzioni, e chissà forse, magari una di queste potrebbe essere proprio quella che fa al caso tuo.

La Atelofobia: la paura di non essere abbastanza

Ma anzitutto cerchiamo di capire che cos’è la paura di non essere abbastanza: se ce la vogliamo proprio tirare, allora possiamo anche usare il suo nome di battesimo e chiamarla “atelofobia”, che è appunto la paura di non fare abbastanza bene qualcosa o la paura di non essere abbastanza, cioè, in breve è il timore di essere imperfetti.

Visto che le persone affette da atelofobia hanno appunto paura di essere imperfetti, allora la soluzione che si applica, così in modo quasi automatico (e inconscio direi), è quella di cercare di essere perfetti, anche se, ovviamente, questo non è un obiettivo che si può raggiungere.

E proprio il fatto di non poter raggiungere questa perfezione crea ansia, quindi con il passare del tempo più questo circolo si alimenta maggiore è il livello di paura e quindi alla fine si instaura un circolo vizioso da cui è difficile uscire, facendoci sentire, via via, sempre più dei falliti.

Solo che se ci pensiamo, proprio il nome stesso di questa paura, ”paura di non essere abbastanza”, nasconde un trabocchetto in cui cadiamo spesso, e questo trabocchetto è:

Ma abbastanza per chi? che cosa vuol dire abbastanza? e come sappiamo quando abbastanza è abbastanza?

Se ti fermi un attimo a pensarci su, vedrai che neanche a te arriverà una risposta; certo, magari vorresti soddisfare le aspettative di qualcun altro, vorresti essere abbastanza per questo “qualcun altro”, ma non è detto che la loro asticella sia giusta per te.

Sei tu che stabilisci che cos’è il tuo abbastanza, sei tu che stabilisci quando il tuo abbastanza è in effetti, abbastanza.

Ma certo, lo so che da un punto di vista logico tutto questo ha perfettamente senso, ma so anche che quando si parla di emozioni, allora la logica non c’entra una mazza.

Le emozioni le possiamo smontare andando a rimappare quelle parti di noi che ci fanno sentire così, e per rimappare queste parti di noi dobbiamo creare le condizioni necessarie affinché questo avvenga, e l’unico modo per farlo e sporcarsi le mani e materialmente creare questi nuovi percorsi, il che sostanzialmente vuol dire “fare”.

Vuol dire tirarsi fuori dalla nostra testa e metterci materialmente a fare qualcosa, perché solo facendo riusciamo appunto a tirarci fuori dai nostri pensieri e cambiare le cose.

Ma quali sono quindi le cause della paura di non essere abbastanza, e quali sono le cose che possiamo FARE per smontare questa paura?

Causa # 1: il perfezionismo

Perfezionismo e paura di non sentirsi abbastanza
La scrivania di un perfezionista

Incominciamo dalla prima che abbiamo già un po’ introdotto, il perfezionismo.

Ci dobbiamo sentire abbastanza bravi belli, preparati, insomma ci dobbiamo sentire all’altezza prima di metterci realmente in gioco. Continuiamo a fare corsi di formazione, controlliamo e ricontrolliamo i nostri progetti prima di consegnarli o rilasciarli al pubblico, vogliamo sempre apparire i migliori in qualunque cosa facciamo e con qualunque persona abbiamo a che fare, e NON vogliamo IN ALCUN MODO sentirci inadeguati alla situazione, sbagliati ed è un po’ come se avessimo una sindrome di inferiorità più o meno manifesta.

Cosa fare contro il perfezionismo galoppante?

Va da sé che questo non è il modo migliore per approcciarsi alle cose, semplicemente perché non saremo mai completamente abbastanza, e ci sarà sempre e comunque qualcuno più bravo di noi. E allora, tanto vale, lasciarsi andare e darsi il permesso di essere delle schiappe a fare qualcosa, considerando che questo: “essere delle schiappe” è il primo passo verso il diventare bravi a fare qualcosa.

So che c’è questa paura di essere giudicati che ci attanaglia, e scendere a patti con il nostro timore di sbagliare è dura, ma mentre facevo un po’ di ricerca per questo articolo, mi sono imbattuto in questo breve divertente video preso da un cartone animato che sdrammatizza un po’ la cosa e, secondo me, coglie nel segno (è in inglese, quindi metti i sottotitoli in italiano se preferisci).

Ma siccome diventiamo bravi a fare qualcosa solamente con il tempo, ecco che allora c’è il secondo modo per ovviare un po’ a questa questione di essere sempre perfetti, che è quella di fare pratica.

Trovi qui un articolo proprio sul modo migliore per fare pratica, quindi non ti starò a ripetere tutta la pappardella; diciamo che con il giusto modo di fare pratica, di esercitarsi, possiamo raggiungere degli altissimi livelli di performance, e quindi, chiaramente con il tempo, sentirci “abbastanza”.

E poi un altro modo per superare questo perfezionismo è quello di avere la forza di dire: “vabbè, oh, sai cosa? Va bene così!”. Questo vuol dire sapersi fermare, vuol dire mettere un punto a quello che stiamo facendo e accettare che il mondo veda quello che abbiamo fatto con tutte le imperfezioni del caso. E, di nuovo, vuol dire accogliere la paura del giudizio di ciò che facciamo e di ciò che siamo (o perlomeno ciò che mostriamo al mondo).

Ti assicuro che richiede molto coraggio, ma una volta che abbiamo fatto questo passo, ci sentiremo come se ci fossimo tolti un peso dalle spalle e ci daremo la possibilità di essere molto più fluidi e agili nel nostro fare le cose, e “fare” è una delle cose più importanti quando si tratta di “riprogrammare” le nostre emozioni.

Credo che a un certo punto accettare le imperfezioni nelle cose che facciamo, sia uno dei modi migliori per accettare le nostre imperfezioni. Che ci piaccia o no, siamo imperfetti, e quindi quello che facciamo noi è altrettanto imperfetto…mi sa che dobbiamo farcene una ragione.

Causa # 2: sentirsi sotto pressione

atelofobia
…under pressure…

La seconda causa che ho trovato è la pressione alla quale ci sottoponiamo.

Anche se facciamo un sacco di roba c’è sempre qualcosa che dovremmo o potremmo fare di più e / o di meglio, perché appunto sentiamo questa pressione a fare, fare, fare essere, essere, essere.

Questa pressione ci può venire da fuori, che so, genitori, partner, amici, oppure ci può venire da dentro, e in questo caso siamo noi che ci spingiamo a fare o essere qualcosa di specifico e di diverso da noi.

A me per esempio capita di essere il primo giudice di me stesso ed essere quello che si carica di stress perché deve fare, deve essere. e mi è capitato di chiedermi “oh, ma non è che il problema sono io?” (va da sé che la risposta era “sì”).

Cosa fare per non sentirsi sotto pressione?

Per quello che è stato il mio vissuto, la soluzione più semplice a questa questione della pressione è stato semplicemente chiedermi “Che cosa succederebbe se non facessi X?”. La risposta, non ti sorprenderà, è stata “niente”.

Quindi, a questo punto, mi chiedo: “ma non è che ci carichiamo di questa pressione per niente?”

C’è una citazione che, a quanto pare è di Mark Twain e che dice più o meno:

Nella mia vita ho avuto un sacco di casini, molti dei quali non sono mai realmente accaduti.

Mark Twain

Chissà, forse è un po’ così per tutti; anche a me è capitato di farmi un sacco di pippe mentali per poi alla fine ritrovarmi in una situazione che non era così tanto grave come me l’ero immaginata io.

E magari togliendo un po’ di forza alle nostre paure per il futuro, per quello che potrebbe accadere, potremmo toglierci anche un po’ di pressione e allora, potremmo ridurre ancora un po’ la nostra paura di non essere abbastanza.

Causa # 3: fare dei paragoni

paura di essere giudicati

La terza causa che ho trovato è quella di paragonarci agli altri: gli altri sono più bravi, gli altri guadagnano di più, gli altri sono più belli, o chissà che altro. Credo che, in qualche modo, ci sarà sempre qualcuno più bravo, bello (o scegli un altro aggettivo che vuoi tu) di noi. Paragonarci agli altri ci farà probabilmente sentire da meno (e Facebook non aiuta).

Cosa fare per smettere di paragonarci agli altri

Chiaramente, la soluzione in questo caso è quella di smettere di paragonarci agli altri che lo so, si fa ben ben prima a dire che a fare. Solo che ti invito a fare una considerazione che ho trovato facendo un po’ di ricerca e che mi sembra particolarmente appropriata:

Noi misuriamo noi stessi con una piccola parte degli altri, la parte che noi decidiamo di guardare e basta.

Ad esempio, facciamo finta che noi non ci riteniamo abbastanza ricchi se ci paragoniamo a qualcun altro, che so, al nostro vicino di casa. Noi scegliamo coscientemente di vedere solo la ricchezza, ma chi ci dice che questa ricchezza non venga a scapito di qualche cos’altro? Se per esempio, il nostro vicino di casa fosse sì effettivamente molto ricco ma lo fosse diventato trascurando magari la sua famiglia, cosa che per noi invece è molto importante, o avesse commesso dei reati?

Questo solo per dire che non ha molto senso paragonarci agli altri perché ognuno ha la sua vita, ognuno ha la sua realtà, ognuno ha i suoi pensieri e non è fattibile paragonare la nostra realtà, la nostra vita, i nostri pensieri a quelli di qualcun altro perché, semplicemente, non possiamo conoscerli tutti.

Sarebbe un po’ come guardare la foto di una persona a una festa, magari una persona sorridente e con un bicchiere in mano, e poi venire a sapere che quella persona si stava annoiando da morire e che continuava a bere per dimenticarsi di essere lì (quindi, chissà, i suoi erano sorrisi “sbronzi”).

Questo, secondo me, è un po’ quello che succede quando cerchiamo di paragonarci agli altri: lo facciamo secondo i nostri filtri e le nostre aspettative.

Causa # 4: mancanza di planning

pianificare per non sentirsi inadeguati

E poi c’è la quarta causa che ci fa venire la pura di non essere all’altezza delle situazioni, ed è la mancanza di planning, dove la mancanza di planning è proprio quella mancanza di organizzazione che non ci permette di fare le cose che dovremmo fare per raggiungere i nostri obiettivi e, chiaramente, iniziamo a sentirci abbastanza nel momento in cui realizziamo le cose che ci eravamo proposti.

Come risolvere la mancanza di planning

Il modo migliore per ovviare a questo problema è quello di pianificare bene i propri obiettivi stabilire un piano di azione sostenibile sul lungo periodo e, semplicemente, fare qualcosa tutti i giorni per realizzare il nostro obiettivo. Semplice (ma non facile, I know).

Un’ultima cosa

Poi, c’è un’altra cosa che secondo me è utile sempre: riconoscere quando facciamo qualcosa bene anche se si tratta di piccole cose.

Mi viene in mente quando anni fa frequentavo lezioni di canto, e il mio insegnante mi disse una cosa che lì per lì sembrava molto piccola, ma che in realtà per me ebbe un grande significato, tant’è che me la ricordo ancora adesso dopo anni di distanza.

Mi disse semplicemente “ecco, vedi che quando ti impegni le cose ti vengono bene”. Un commento molto semplice che, forse essendo stato detto in un momento particolare, ha avuto la forza di farmi capire che sì, in effetti, io ero abbastanza, io potevo farcela.

Capisco che il dirsi “non sono mai abbastanza (aggiungi l’aggettivo che preferisci) sia un sentimento radicato e difficile da cambiare, ci sono passato. La mia esperienza è passata attraverso tutti questi passaggi e ti posso assicurare che tutti, in un modo o nell’altro, hanno avuto il loro peso e la loro importanza.

Ma come spesso mi capita di dire la cosa più importante per uscire dalle nostre paure e dalla nostra testa è iniziare a fare, come dicevamo prima anche cose imperfette. L’importante è iniziare e non demordere, e iniziare a celebrare anche le piccole vittorie, perché, in fin dei conti, l’affermazione di noi stessi, e alla fine il sentirsi abbastanza, passa anche e soprattutto dalla realizzazione delle piccole cose.

Un abbraccio

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