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Lavoro

L’arma segreta della Produttività: il Riposo

Elio Marzo 12, 2021


Background

In questo articolo abbiamo già visto alcuni metodi per diventare più produttivi, ma per diventare un vero mostro di produttività, c’è ancora uno step da fare…quello che vedremo in questo articolo: come diventare più produttivi semplicemente riposando.

Devi sapere che un po’ di tempo fa ho fatto un lungo viaggio in Australia; una sera dopo, essere tornato, sono andato a una festa con alcuni amici e ho attaccato bottone con una ragazza.

Lei non sapeva che fossi stato in Australia e non ricordo come sia venuto fuori il discorso, ma  ad un certo punto lei ha detto: ”ma è possibile che ci sia così tanta gente che non fa un c***o?”, proprio riferito alla gente che decide di prendersi un po’ di tempo, per viaggiare intorno al mondo.

Avendo avuto un’esperienza così positiva, la prima cosa che ho provato è stata che mi sono un po’ inca****o, però pensandoci a mente fredda, ho capito che il suo commento altro non era che figlio del nostro tempo, in cui ci sacrifichiamo sull’altare della produttività e chi lavora 15,16,17,18 ore al giorno viene considerato un eroe.

Ma possibile che non esista un modo un po’ più smart di vivere le nostre giornate lavorative?!?

Secondo me, assolutamente sì! E infatti ho trovato non 1 ma 5 modi per migliorare ulteriormente la nostra produttività e la nostra efficienza, non essendo più produttivi (quelle famose 15 – 18 ore di lavoro che chissà se sono davvero davvero produttive), ma riposando e ricaricando le nostre energie:

  • non lavorare più di 4/5 ore al giorno
  • il deep play
  • lasciar vagare la nostra mente
  • scegliere le nostre battaglie
  • il periodo sabbatico

Non lavorare più di  4-5 ore al giorno

Nel tempo mi sono reso conto che quando lavoro più di 5, 6 ore al giorno, la mia produttività scende radicalmente. Sai la sensazione di essere seduto al PC a lavorare (produrre), e la testa che va per conto suo e non si concentra su nulla? Ecco quello!

Facendo un po’ di ricerca, ho notato che effettivamente la questione di lavorare 4/5 ore al giorno accomuna moltissimi top performer e persone del calibro di Darwin, Thomas Mann, Hemingway e Dickens.

Ho scoperto che tutti questi personaggi non lavoravano più di 4-5 ore, e il resto della giornata era dedicato ad altre attività. Ma a questo punto mi dico: “se Darwin, che non era proprio l’ultimo scemo di questo mondo, lavorava 4-5 ore al giorno, possiamo farlo anche noi”.

In conclusione, probabilmente, un modo per essere più produttivi, efficaci ed efficienti è quello di produrre un po’ meno.

Il deep play

Il deep play, in italiano gioco profondo, si chiama in questo modo perché non sta alle regole che seguiamo tutti i giorni al lavoro: essendo “gioco”, la prima parte del nome, ha regole tutte sue, il che vuol dire che possiamo permetterci di sperimentare, giocare appunto, con la nostra creatività e vedere dove questa ci porta.

La seconda parte, “profondo”, significa che ci assorbe mentalmente e utilizza le nostre risorse più profonde, i nostri talenti e le nostre passioni; ci permette di portare in un contesto diverso le capacità che normalmente utilizziamo nel nostro lavoro.

Ma è profondo anche in un altro senso: questo gioco utilizza risorse, talenti e conoscenze che abbiamo acquisito nel passato, portandole al momento presente.

Quindi mettendo insieme tutti questi pezzi, otteniamo esattamente il deep play che ci permette di tirare fuori la nostra creatività e di utilizzare le nostre conoscenze in maniera nuova e più creativa, in un modo che magari nel nostro lavoro non potremmo fare.

Lasciar vagare la nostra mente

Spesso il pensiero di lasciar vagare la nostra mente richiama un po’ all’essere con la testa fra le nuvole o al perdersi e gli viene attribuita un’accezione negativa.

Guardando la cosa però da un altro punto di vista, vediamo che assume una connotazione completamente diversa: pensa ad esempio a tutte le volte in cui avevi un nome sulla punta della lingua, ma non ti veniva; poi dopo un po’ la tua mente si è occupata di altro (ha vagato da altre parti), e poi, di punto in bianco ti è venuto in mente proprio quel nome!

Questo perché nonostante la mente si sia staccata dal compito che tu gli avevi dato, (cercare quel nome) e si sia concentrata su altre cose, lavorare, cucinare, andare a fare la spesa etc.., in background ha continuato a rovistare tra i suoi mille mila scaffali per trovarti la risposta che cercavi.

E quando l’ha trovata…SBAAM! te l’ha portata alla coscienza, in maniera autonoma, senza razionalità e senza che tu effettivamente gli dicessi di farlo…un po’come se la mente avesse attaccato il pilota automatico mentre faceva anche tutto il resto! Ma che figata è!

Questa è la bellezza del lasciar vagare la nostra mente, perché in quei momenti diamo la possibilità al nostro cervello di approcciarsi alla nostra realtà, alla nostra vita ed ai nostri problemi da un punto di vista completamente diverso; gli permettiamo di essere più creativo e di seguire le strade che lui sa essere quelle giuste (lui…non noi…)

Scegliere le nostre battaglie

Io sono una persona che si carica di un sacco di progetti su cui lavorare; forse anche tu?

Magari razionalmente penso che sarebbe proprio una figata lavorare su una determinata cosa, poi però effettivamente mi ci metto e mi rendo conto che:

  • non ho il tempo
  • o non ho la voglia
  • o non ho le forze
  • o ci sono altre priorità
  • o tutte e 4 insieme

Una cosa importante che dobbiamo fare per essere più riposati, più efficienti e produttivi è limitare il numero di cose su cui ci vogliamo concentrare. 

Questo perché abbiamo una limitata quantità di energia e se la spendiamo tutta su una quantità di cose che non ci interessano, ce ne rimane sicuramente meno da utilizzare su quelle di cui effettivamente ci importa. 

Quindi se togliamo tutti gli impegni superflui e che ci aggiungono più problemi che altro, ecco che abbiamo più energia da spendere sulle cose che ci interessano di più o perlomeno, semplicemente un po’ più di tempo per riposarci.

Il periodo sabbatico

Come dicevo all’inizio, ho avuto la fortuna di prendermi un periodo sabbatico diversi anni fa: era un momento in cui avevo necessità proprio di cambiare vita, ambiente e persone con cui interagire.

Al mio ritorno mi sono reso conto che ero una persona completamente diversa, perché essermi ritrovato in un contesto completamente diverso dal mio, con persone che non conoscevo e con una lingua che conoscevo piuttosto poco, ha fatto sì che crescessi e che tirassi fuori risorse che erano già dentro di me e che non aspettavano altro che di essere chiamate, ma che io non sapevo di avere

Sono sicuro che anche tu ti rendi conto che queste sono esperienze che ci fanno crescere e che tirano fuori da noi risorse che altrimenti non sapremmo di avere.


Capisco che ci sono persone che non possono lavorare 4 o 5 al giorno perché magari sono dipendenti e devono lavorare 8-9 ore o il loro lavoro in generale non lo permette; capisco che non tutti possono permettersi di prendersi un periodo sabbatico, ma secondo me la cosa importante è capire che riposarsi non vuol dire necessariamente cazze****e e perdere tempo o perlomeno non vuol dire solo quello.

Riposarsi vuol dire dedicarsi del tempo per ricaricare le proprie energie, le proprie batterie, la propria creatività, perché produttività non vuol dire necessariamente essere sempre e solo produttivi e lavorare, lavorare, lavorare, ma vuole anche dire saper staccare la spina, sapersi ricaricare per trovare risorse che sono dentro di noi che ci possono rendere più produttivi, efficienti ed efficaci.

E’ vero che non siamo macchine, ma se lo fossimo, potremmo dire che la produttività è un po’ come il nostro motore, quello che ci fa andare avanti; però un motore senza benzina non va da nessuna parte, no?

Ecco il riposo e la creatività sono la nostra benzina, sono quelli che spingono il motore e che ci fanno andare avanti e procedere verso i nostri obiettivi e verso i nostri progetti.

Quindi a questo punto non mi rimane che augurarti non buon lavoro, ma buon riposo.

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