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Personalità

Come migliorare Se stessi: Non c’è niente da Migliorare!

Elio Febbraio 2, 2022


Background

Spesso, l’argomento del “come migliorare se stessi”, viene presentato come una lista lunghissima e tediosa di cose da fare. Ma non abbiamo nulla da fare! Non abbiamo niente da migliorare andiamo già benissimo come siamo. Dobbiamo “solo” avere il coraggio di scoprire le risorse che già abbiamo dentro di noi. Non si tratta di “cose da fare” ma di essere come siamo ed essere coraggiosi abbastanza da cercare (e trovare) la nostra vera natura, al netto di paure e condizionamenti.

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Migliorare se stessi? Non c’è niente da migliorare

Come migliorare se stessi secondo me è una delle più grandi bufale del secolo. In effetti, se ci pensiamo, non abbiamo niente da migliorare.

Tutte le cose di cui abbiamo bisogno per realizzare il nostro sviluppo personale le abbiamo già dentro, quindi, non c’è necessità di migliorare niente, ma abbiamo il dovere di scoprire quello che già abbiamo dentro.

Oltretutto, migliorare se stessi implica il fatto che, così come siamo, non andiamo bene e che dovremmo diventare migliori. Ma il fatto di diventare migliori significa anche che ci sia uno standard a cui tendere.

Però quindi chi decide questo standard e chi decide che cosa va bene o no; che cosa è migliore?

(Ho il dubbio che sia anche una questione di marketing: se cerchiamo la categoria “miglioramento personale” o “self improvement” su Amazon, credo troveremo il mondo)

Si tratta più che altro di attivare risorse che già sono dentro di noi e che vengono attivate solo in alcuni casi, in alcuni momenti della vita.

Quindi, più che capire come miglirararsi, dobbiamo “semplicemente” migliorare la conoscenza che abbiamo di noi stessi per poter, appunto, andare a ripescare queste risorse che rimangono latenti dentro di noi.

Quindi, alla fine, non abbiamo niente da migliorare, dobbiamo semplicemente scoprire.

Migliorarsi non è una to do list

Migliorarsi non è una to do list
Migliorarsi non è una to do list

Molto spesso, quando mi sono avvicinato all’argomento di capire come migliorare se stessi ho trovato indicazioni valide, certo, ma in maniera generale e che vanno bene un po’ per tutte le stagioni.

Certo, leggere un libro (magari sul miglioramento personale), meditare, fare sport, imparare a gestire il proprio denaro, iniziare uno sport, diventare produttivi, tenere un diario e così via sono tutti ottimi modi per tirare fuori il meglio da noi stessi, e cose che io per primo ho fatto o faccio tutt’ora.

Non è certo detto però che vadano bene per tutti: ad esempio non a tutti piace leggere, non tutti sono portati per fare la meditazione, come, allo stesso modo, non tutti sono portati per fare sport, o imparare una nuova lingua o chissà che altro.

Dipende dai nostri talenti, dalle nostre tendenze e dalle nostre preferenze. Se noi limitiamo il nostro diventare persone migliori ad una semplice serie di cose da fare difficilmente otterremo il ” miglioramento” che noi vorremmo vedere perché, la maggior parte delle volte, questi saranno cambiamenti superficiali che dureranno qualche settimana, qualche mese nella migliore delle ipotesi.

Si tratta invece, più che altro, di andare a scoprire le risorse che già abbiamo dentro, e che essendo parte di noi, non ci abbandoneranno e che, quindi, ci permetteranno di attuare un cambiamento profondo e duraturo.

Ma quindi, se non si tratta di cose da fare, ma di modi di essere, allora quali sono questi modi di essere che potrebbero aiutarci a scoprire le risorse che sono già dentro di noi?

Essere coinvolti nel nostro lavoro

Beh, questo è un po’ il tema portante del Daimon, quindi non potevo non parlarne, ma a prescindere da questo, sono convinto che svolgere un’attività lavorativa che ci piace sia uno dei modi migliori per attivare i meglio che c’è dentro di noi e “migliorare” noi stessi

Lavoriamo per 40 anni per 8 ore al giorno, il che vuol dire che una grande parte della nostra vita la passiamo proprio lavorando e quindi ha perfettamente senso utilizzare queste migliaia di ore della nostra vita per scoprire, realizzare, e approfondire i nostri talenti e le nostre capacità.

Capacità di comunicazione, di rapporti interpersonali, di gestione del tempo, di creatività e qualunque altra cosa.

Il nostro lavoro è uno strumento straordinario di scoperta di noi stessi e se passiamo queste decine di migliaia di ore della nostra vita a fare un lavoro che non ci piace, sprechiamo questa possibilità che ci viene data. Un peccato, no?

Essere protettivi nei confronti dei nostri talenti

Anche questo è un argomento che abbiamo già toccato, ma i talenti sono capacità che ciascuno di noi ha e che sono già codificate dentro di noi.

Andarli a pescare, a utilizzarli, e a difenderli è nostro compito ed è sicuramente il modo migliore per tirare fuori il meglio di noi ed è anche per questo che dicevo che il famoso “come migliorarsi” ha poco senso.

Abbiamo già tutto! Figo, no? 😊

Essere disposti a prendersi le proprie responsabilità

Quando noi mettiamo la responsabilità della nostra vita in mano a qualcun altro o qualcos’altro, smettiamo di esercitare il nostro potere.

Già abbiamo poco controllo su quello che ci accade intorno, e se deleghiamo anche quel poco che rimane ad altri o comunque al di fuori di noi ecco che perdiamo la possibilità di guidare la nostra esistenza nella direzione che vogliamo, in una direzione ” migliore”.

Essere responsabili vuol dire assumersi le proprie responsabilità nei confronti anche, e soprattutto, delle scelte sbagliate, degli errori e, solo così, capendo gli errori che abbiamo fatto, potremmo riconoscerli, crescere, e quindi attivare altre risorse dentro di noi.

Essere coscienti dei nostri stati d’animo

Presi dalla routine quotidiana e dalla vita in generale, spesso, purtroppo, io per primo, non diamo abbastanza peso a come ci sentiamo nel momento.

Certo, se un giorno siamo un po’ più in down non è un problema, se un altro giorno siamo un po’ più nervosi o arrabbiati, anche non è un problema.

Ma se questi stati d’animo permangono per più tempo, allora questo vuol dire che, probabilmente, c’è qualcosa di sbagliato che stiamo facendo.

“Migliorarsi” vuol dire anche avere il coraggio e la volontà di cambiare direzione, ma rimanere attenti a questi stati d’animo ci permette di capire se stiamo andando nella direzione giusta o no, sempre, ovviamente, con lo scopo di tirare fuori il meglio di noi.

Essere coscienti delle nostre paure e farsele amiche

Lo abbiamo accennato già un po’ prima, ma avere paura è normale, e forse è un’indicazione che ci stiamo muovendo nella direzione giusta.

Le nostre paure ci indicano in che direzione andare, e se vogliamo pescare dalle nostre risorse più profonde e attivare le risorse innate dentro di noi, allora, forse, dobbiamo proprio andare nella direzione delle nostre paure, usandole come una specie di bussola.

Non si tratta di “migliorare se stessi”. Si tratta di essere disposti ad accettare il cambiamento

Accettare il cambiamento

Il cambiamento fa parte della nostra vita, e tutto ciò che è intorno a noi, ma anche, fisicamente, dentro di noi è cambiamento.

Resistere al cambiamento che, comunque, avviene sia che lo vogliamo sia che non lo vogliamo, vuol dire resistere allo sviluppo di noi stessi come persone e bloccare ciò che abbiamo dentro di noi.

Oltretutto, anche solo l’idea di migliorare se stessi (posto che la accettiamo, e non è così, perlomeno per me), implica un cambiamento, un allontanarsi dallo status quo e dalla propria condizione attuale che, forse, per comodità, per pigrizia o per paura preferiamo mantenere.

Essere disposti ad abbracciare il futuro

Collegato al cambiamento è il discorso della paura del futuro.

La paura del futuro ci blocca e non ci fa proseguire nel nostro percorso di sviluppo personale.

La paura del futuro, così come la paura del cambiamento, così come la paura del giudizio degli altri, così come altre mille paure possono essere respinte e rifiutate, e allora in questo caso non ci sarà alcuno sviluppo.

In alternativa, possiamo abbracciarle, un poco per volta, un giorno per volta, procedendo sempre, come i bambini, per piccoli passi e con il tempo, acquisiremo sempre più sicurezza in noi stessi e nei nostri mezzi.

Essere creativi

La creatività, secondo me, è un argomento molto importante, e infatti ne ho già parlato qui è qui. La creatività è quel motore che ci permette di tirare fuori ciò che abbiamo dentro e che vuol venire fuori.

Come dicevamo all’inizio, migliorare se stessi, vuole sostanzialmente dire avere il coraggio di essere se stessi nella maniera più completa possibile, ed essere se stessi nella maniera più completa possibile vuol dire darci la possibilità di creare, di portare al mondo e far vedere ciò che abbiamo dentro anche attraverso la creatività.

Essere aperti alle critiche e al giudizio degli altri

Non fare qualcosa, non dare libero sfogo alla nostra creatività, non dire, in breve non essere qualcosa per paura del giudizio degli altri ci sega le gambe e ci mette nella condizione di essere bloccati nel nostro percorso.

Lasciamo, con coraggio, che gli altri ci giudichino.

Lavorare su se stessi vuol dire essere pazienti nei confronti del nostro percorso

Tutti sappiamo che le cose buone richiedono tempo e, la scoperta di se stessi è una cosa che di tempo ne richiede parecchio, anzi, direi quasi tutta la vita.

È un percorso su cui, se vogliamo, ci possiamo incamminare in qualunque momento e possiamo continuare a camminarci per quanto tempo vogliamo.

La cosa importante, secondo me, soprattutto considerando il fatto che siamo esseri umani ed imperfetti è dare tempo al tempo e non considerare il proprio sviluppo personale come una linea retta che va verso l’alto indefinitamente, ma più che altro lo possiamo guardare come una spirale che, sì, in generale tende verso l’alto, ma ritorna su se stessa, torna indietro e ha un andamento sicuramente meno lineare di una linea retta che, sì è l’ideale, ma appunto è un ideale non è reale.

Essere benevolenti nei confronti dei nostri limiti e accettare noi stessi

Siamo esseri umani e quindi imperfetti, con tutte le nostre falle, i nostri difetti, le nostre mancanze, i nostri fallimenti.

Migliorare se stessi, non vuol dire certo essere perfetti, ma vuol dire essere disposti a mettersi in gioco e scoprire, volta per volta, i nostri limiti e le nostre mancanze, riconoscendole per quello che sono e abbracciandole, come degli specie di checkpoint nel nostro percorso, come indicazioni che ci segnano la strada, un po’ come le paure che dicevamo prima.

Vuol dire, sostanzialmente, accettazione e abbracciare se stessi così come siamo.

La perfezione è un ideale pericoloso a cui tendere, anche perché, esattamente come il “come migliorare se stessi ” vuol dire poco e vuol dire conformarsi ad un ideale, ad uno standard che, non esiste, e quindi non è raggiungibile.

Mettersi lungo un cammino di scoperta, vuol dire riconoscere le proprie imperfezioni e, anzi, fare proprio leva su di esse per proseguire lungo il percorso.

La tecnica del Kintsugy si indica proprio questo. In Giappone, quando un vaso perfetto, di ceramica cade e si rompe, non viene buttato via, ma viene riparato con dei piccoli fogli d’oro in modo che queste imperfezioni lo rendono ancora più prezioso ed unico.

Non esistono due vasi che si rompono nello stesso modo, e, alla stessa maniera, non esistono due esseri umani uguali nelle loro imperfezioni, e sono proprio queste imperfezioni a renderci unici.

Ecco forse quello a cui dobbiamo tendere: non tendere ad essere migliori, ma tendere i più possibile ad essere noi stessi

Essere disposti (e coraggiosi abbastanza) da vivere la nostra sessualità

Il sesso è ciò che fa progredire la nostra specie, è ciò che religioni e movimenti di tutti i tipi cercano di reprimere da sempre, perché sanno che il sesso è un elemento profondissimo e fortissimo della nostra identità e della nostra auto affermazione.

Non possiamo prescindere da un sano sviluppo della nostra completa sessualità per arrivare ad un altrettanto sano e cosciente sviluppo della nostra personalità.

Qui, chiaramente, il discorso non è “Per migliorare te stesso fai più sesso che puoi”, ma è “il sesso è uno strumento fondamentale è necessario per scoprire se stessi”.

Essere disposti a mettersi in gioco e avere fiducia in se stessi

All’inizio di questo articolo avevo detto che scoprire se stessi non è questione di fare ma più che altro una questione di essere.

Permettimi qui di contraddirmi un attimo: se è vero che per attivare le parti migliori di noi dobbiamo prima di tutto creare un cambiamento profondo che coinvolga il nostro modo di essere, è anche vero che per fare questo dobbiamo impegnarci molto, e impegnarsi, sostanzialmente, vuol dire “fare”.

Fare significa essere disposti ad impegnarsi nel lunghissimo periodo a dispetto delle nostre paure, delle nostre resistenze e di tutti gli ostacoli, ma senza questa volontà di fare, non andremo da nessuna parte.

Per quanto non tocchino che la superficie, indicazioni tipo, leggi un libro, fai sport, pratica la meditazione eccetera anche richiedono delle azioni.

È chiaro quindi che il “miglioramento” di se stessi, o, come preferisco metterla io “la scoperta di se stessi” passa anzitutto dal fare.

Essere disposti a farsi aiutare

Farsi Aiutare
Farsi Aiutare

A volte, le resistenze e i blocchi che abbiamo lungo il nostro percorso sono così tanto grossi che non abbiamo altra scelta, se vogliamo proseguire, di farci aiutare da qualcuno che ci accompagni lungo il nostro percorso.

Nella maniera più assoluta dobbiamo vergognarci di avere bisogno di aiuto, anche perché non sta scritto da nessuna parte che dobbiamo fare tutto da soli. Anzi, il contrario: di solito nelle storie il protagonista ha sempre un aiuto esterno che sia un vecchio saggio, una maga, o qualunque altra cosa.

Cosa c’entra tutto questo con il lavoro?

Partendo dal presupposto che, come dicevamo, non abbiamo niente da migliorare ma che tutto quello di cui noi abbiamo bisogno è già dentro di noi, possiamo utilizzare il lavoro e la nostra realizzazione professionale proprio come delle leve che ci aiutino a tirare fuori il meglio di noi.

Migliorare se stessi vuol dire, essenzialmente, tirare fuori le parti migliori di noi, e il lavoro è un’occasione straordinaria che noi abbiamo proprio per fare questo. Quindi non è necessario fare dei percorsi spirituali esagerati, fare volontariato o chissà quale altra cosa, ma possiamo iniziare a sfruttare le occasioni che abbiamo tutti i giorni, come quelle che appunto ci presenta il nostro lavoro.

Inoltre, se abbiamo un sogno professionale nel cassetto, provare a realizzarlo tirerebbe fuori, di nuovo, il meglio di noi e, anche solo per il fatto di averci provato, questo ci avrà reso “un po’ migliori”, un po’ più noi stessi.

Il prossimo passo

Cosa fare per migliorare se stessi? Parti da te!

Fai una lista di tutti gli aspetti di te stesso che vorresti, “migliorare” anche se preferirei utilizzare termini tipo “scoprire” o “approfondire” e chiarisciti perché vuoi “migliorare” questi aspetti.

Se è perché l’ambiente intorno a te, la famiglia, il lavoro, gli amici, ti spingono in una certa direzione non è detto che sia quella giusta per te. Se questa spinta, invece, ti viene da dentro, allora molto probabilmente è perché, qualcosa dentro di te vuole uscire fuori e realizzarsi.

Fai una lista di queste cose e vedi che cosa puoi fare tu, oggi, in questo momento per iniziare a camminare lungo questo sentiero che, come sai, se vorrai ti accompagnerà per tutta la vita.

Un abbraccio

FAQ

Come si fa a lavorare su se stessi?

Per lavorare su se stessi, è necessario anzitutto capire che abbiamo un ostacolo da superare e che potremmo avere bisogno di aiuto. Per iniziare a lavorare su se stessi dobbiamo, quindi, prima di tutto, capire che dobbiamo “lavorare” e decidere di dedicare tempo, energie e coraggio a questo lavoro ed essere disposti a sacrificare le nostre certezze, la nostra tranquillità sapendo che una parte di noi che ci abbandonerà nel processo.
Ma non è un abbandono nel senso di perdita, è un abbandono nel senso di lasciare andare una parte di noi ormai vecchia che ci fa star male e per questo dobbiamo lasciare andare, così come in autunno gli alberi lasciano andare le foglie secche.
Ricordiamoci che non lavoriamo su noi stessi per migliorarci, ma lavoriamo su noi stessi per essere un po’ più noi stessi.

Cosa è più importante per migliorare se stessi?

Capire che non c’è niente da migliorare, che andiamo già benissimo così, che abbiamo già tutte le risorse che necessitiamo e che non è un processo di miglioramento ma più che altro di scoperta.

Cosa fare per migliorare la tua vita?

Per migliorare la nostra vita “non dobbiamo fare altro” che rimanere, il più possibile, fedeli a noi stessi, alle nostre credenze, ai nostri sogni, ai nostri valori. Una volta fatto questo, tutto il resto andrà a posto da solo.

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