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Personalità

non perdere mai la speranza: perchè è importante non smettere mai di crederci

Elio Febbraio 12, 2022


Background

Per realizzare i nostri obiettivi, e per realizzarci nel lavoro e nella vita, dobbiamo ricordarci di non perdere mai la speranza. Certo, più facile a dirsi che a farsi, ma possiamo farlo facendo attenzione a:

– ricordarci che i nostri pensieri quasi mai corrispondono alla realtà dei fatti

– mettere bene a fuoco che cosa ci guadagniamo nel sentirci senza speranza

– ricordarci che possiamo parlare con qualcuno di cui ci fidiamo per ritrovare la speranza perduta

– ricordarci che in natura tutto cambia (quindi anche la situazione che ci fa sentire senza speranza)

– focalizzarci sulle cose per le quali sentiamo di “avere ancora un po’ di speranza”

– ricordarci che il futuro non è quasi mai nero come ce lo dipingiamo noi.

Quando siamo bloccati in un lavoro che non ci piace, quando non troviamo più una via d’uscita, quando non vediamo un futuro migliore rispetto al presente, è facile lasciarsi andare a pensieri catastrofici come “la mia vita sarà sempre una merda”, “non combinerò mai niente”, “è inutile sbattersi, tanto …”.

Quando perdiamo anche l’ultimo barlume di speranza, allora non vediamo più la strada di fronte a noi, ed è un po’ come se, in un certo modo, smettessimo di batterci per quello che per noi conta di più anche se razionalmente sappiamo che nella vita non bisogna mai rassegnarsi, e innumerevoli storie sono lì proprio a ricordarcelo, ma tant’è…

Di sicuro, la strada per realizzare i nostri obiettivi sarà molto lunga e piena di ostacoli e vicoli ciechi, ma è proprio quando troviamo ostacoli su ostacoli, blocchi su blocchi, impedimenti e interruzioni su impedimenti e interruzioni che non dobbiamo mollare la presa, ma anzi, continuare a fare il nostro “sporco lavoro” nella convinzione e nella speranza in un futuro migliore.

Perché è così importante non perdere mai la speranza neanche in ambito lavorativo?

Beh, ad esempio perché, al momento, potremmo sentirci rinchiusi in un percorso professionale che non c’entra niente con noi e, allo stesso tempo, potremmo anche sentirci troppo vecchi, troppo poco formati (o qualunque altra cosa) per cambiare; in breve potremmo aver perso la speranza di un futuro professionale migliore.

Ma anche se abbiamo iniziato una nostra attività per cui ci sentiamo di essere portati e per la quale abbiamo passione e talento, ma che per qualche ragione ancora non sta ingranando, potremmo perdere la speranza che le cose in futuro migliorino e, presto o tardi, potremmo anche gettare la spugna.

Perdere la speranza vuole sostanzialmente dire rassegnarsi al fatto che la realizzazione professionale non è nel nostro destino e quindi abbandonarci allo sconforto e al pessimismo. Per contro, invece, è proprio grazie alla speranza che noi andiamo avanti, nonostante tutto, perché è proprio la speranza in un futuro migliore che ci fa proseguire e dare il meglio di noi.

Non perdere mai la speranza vuole dire ricordarsi che tutto cambia sempre

Se però ci abbandoniamo a pensieri negativi e ci convinciamo di non avere vie d’uscita dalla situazione attuale, allora è un attimo diventare dei catastrofisti e immaginarci le situazioni peggiori possibili.

Oltretutto, così facendo, corriamo anche il rischio di sovrastimare la gravità della situazione credendo anche che una cosa che noi riteniamo senza speranza sia permanente (spoiler alert: per quanto possa essere brutta una situazione, ricordiamoci che tutto cambia….anche per questo non bisogna rassegnarsi).

Quando entriamo in questo loop di mancanza di prospettive, di vie d’uscita e perdiamo la speranza allora entriamo anche in un circolo vizioso in cui lasciamo andare anche tutte le cose per cui abbiamo lavorato tanto e ci siamo tanto sacrificati.

Non ci impegniamo più, non programmiamo più, non cerchiamo più, non sogniamo più e, in breve, facciamo morire i nostri sogni e i nostri progetti, e noi moriamo con loro.

Vediamo allora che cosa fare per andare avanti nonostante tutto e, per quanto possibile, non perdere mai la speranza:

La mente mente

nella vita non bisogna mai rassegnarsi

Secondo me, la prima cosa da ricordarci è che non è assolutamente detto che tutto ciò che pensiamo sia vero e prendere tutti i nostri pensieri per oro colato.

Uno dei compiti della nostra mente è anche quello di farci sopravvivere e difenderci da eventuali sofferenze. Ovvio quindi che la mente pensi che tanto le cose non miglioreranno mai, perché, così facendo, ci metterà al riparo da eventuali delusioni.

Potremmo magari pensare cose tipo “ho provato qualunque cosa ma non funziona niente”.

Certo, magari abbiamo provato anche tante cose, ma siamo sicuri di aver provato proprio tutto? Questa è quella che in gergo si chiama “distorsione cognitiva” che appunto è quella che ci fa pensare che non ci siano vie d’uscita.

In questi casi, possiamo provare a darci il beneficio del dubbio e provare ad accettare l’idea che forse non abbiamo provato proprio tutto tutto, ma che magari abbiamo lasciato qualche via intentata.

Oltretutto, secondo me, c’è anche la questione dei percorsi preferenziali che prende la nostra mente: se abbiamo avuto 1, 10,100 delusioni, è molto probabile che nel nostro cervello si siano creati fisicamente dei percorsi che portano la nostra mente a guardare al fallimento e alla delusione.

Questi percorsi sono i più “comodi” e “abituali” per la nostra mente, per cui non c’è da stupirsi se ci vengono in mente sempre pensieri così catastrofici.

Ecco perché non dobbiamo prendere i nostri pensieri per oro colato: magari quello che pensiamo è semplicemente un’abitudine, che nulla a che fare con la realtà e quindi, abbandonando questa abitudine distruttiva, abbiamo solo che da guadagnarci.

In questo caso, non perdere mai la speranza vuol dire non seguire i nostri pensieri come se questi ci tenessero al guinzaglio.

Ci guadagniamo di più a non perdere mai la speranza o a lasciarci andare al pessimismo?

Eppure, per quanto stiamo male, qualcosa dal nostro sentirci senza speranza ce lo ricaviamo, no?

Chiaro che, in queste situazioni, ciascuno di noi direbbe “eh ma io non ce la faccio più a stare in questa situazione, voglio uscirne!”

Di sicuro una parte di noi vuole uscirne, ma, molto probabilmente, c’è anche una parte di noi che preferisce rimanere così com’è perché rimanere nel ruolo della vittima sfigata e senza speranza in alcuni casi è comodo e ci evita di prenderci le nostre responsabilità che, in molti casi, è (molto) scomodo.

E poi ci guadagniamo anche per il fatto che, come dicevamo prima, se pensiamo che non ci sia speranza, ci mettiamo al riparo da possibili delusioni future e da altre sofferenze.

L’unica soluzione, in questo caso, come prima, è iniziare a fare per cercare di tirarci fuori il prima possibile da una situazione da cui non vediamo una via d’uscita.

E poi, magari, ci diremo anche “eh, ma io, il mio lo sto facendo eppure le cose non cambiano”.

Certo, magari è anche così, però bisogna vedere se:

A) stiamo facendo le cose giuste

B) non stiamo facendo solo per “fare” e per sentirci impegnati, oppure se facciamo qualcosa di veramente produttivo e utile. Spesso le due cose si confondono un po’ anche se sono due cose molto diverse.

Parlarne con qualcuno che ci sproni a non smettere mai di crederci

non smettere mai di crederci

Non dobbiamo necessariamente fare tutto da soli, ma ci possiamo dare il permesso di parlare con qualcuno che ci ricordi che non bisogna mai perdere la speranza e che non dobbiamo mai smettere di crederci.

Può essere un familiare, un amico, un coach, uno psicologo, o qualunque altra persona di cui noi ci fidiamo e che pensiamo ci possa aiutare.

Quando perdiamo la speranza, confrontarci con qualcuno di esterno è sicuramente una cosa molto utile per guardare le cose in maniera oggettiva e per considerarle sotto un’altra luce.

E chissà, magari, sotto quest’altra luce ritroveremo la speranza che abbiamo perso e la forza per andare avanti.

Tutto cambia

Come dicevamo prima, nulla rimane uguale a sé stesso per sempre perché nulla in natura è immutabile.

Dico “in natura”, perché, invece, quello che creiamo artificialmente con la nostra mente, i nostri pensieri, quelli invece sì, c’è il rischio che siano immutabili.

Ma, se usciamo dalla nostra testa e continuiamo (riiniziamo) a sporcarci le mani rientriamo nella realtà, dove tutto è in continuo cambiamento.

Come a dire che la situazione che noi riteniamo senza speranza, prima o poi, cambierà naturalmente.

Il fatto che cambi “naturalmente” comunque non vuole dire che dobbiamo rimanere passivi e attendere questo cambiamento stando seduti sul divano ad aspettare che le cose migliorino da sole; dobbiamo essere noi a mettere in moto questo cambiamento, proprio, appunto, facendo.

Un esperimento sul cambiamento

Mentre facevo un po’ di ricerca ho trovato questo esercizio che uno psicologo propone ai suoi pazienti: lui propone di dare un voto da 1 a 10 ad ogni emozione positiva e negativa che provano durante ogni ora del giorno.

Quello che lui ha visto è che anche le persone che dicono di essere senza speranza, durante il giorno hanno dei cambiamenti di umore a seconda dell’ora della giornata, di quello che fanno, delle persone con cui sono e di quello che pensano.

La questione è: se l’umore cambia durante il giorno, allora vuol dire che il cambiamento è possibile e quindi è bene mantenere la mente aperta alla possibilità del cambiamento, del miglioramento, del ritrovamento della speranza.

La nostra vita non è tutta senza speranza

perdere la speranza

Certo, possiamo avere abbandonato la speranza su alcuni ambiti della nostra vita, ma non è detto che tutti gli ambiti della nostra vita siano completamente e irrimediabilmente senza speranza.

Se, ad esempio, pensiamo che la nostra situazione lavorativa sia senza via d’uscita, è un attimo che la nostra mente e la nostra attenzione, così come le nostre energie, si concentreranno su quel pensiero.

Se invece, cerchiamo di guardare altrove e focalizzare le nostre risorse dove invece possiamo avere un po’ di speranza, ecco che allora, piano piano, inizieremo di nuovo a recuperare le energie che ci mancano, inizieremo a recuperare la nostra autostima e capacità di agire nel mondo e, questo inizierà un circolo virtuoso che, a lungo andare, potrebbe anche farci trovare l’ottimismo in quelle aree dove prima era il pessimismo a farla da padrone.

Un esercizio sul catastrofismo

Ok, abbiamo perso la speranza e vediamo tutto nero. Benissimo, allora, come dire, “alziamo il volume al massimo”, e portiamo questo pessimismo al massimo.

Qual è la cosa peggiore che ci può succedere?

  • Moriremo in povertà assoluta
  • Nessuno ci vorrà mai più bene
  • Appena metteremo il naso fuori di casa tutti ci punteranno il dito addosso e incominceranno a riderci prendendoci per il culo?

O ancora:

  • La nostra famiglia ci abbandonerà in solitudine completa perché non valiamo niente
  • I nostri amici ci abbandoneranno.

Quanto in basso possiamo ancora andare?

L’idea chiaramente non è quella di deprimerci ancora di più, ma di arrivare a un punto talmente tanto ridicolo e surreale da farci dire “vabbè, adesso, non è che le cose andranno così male!”.

Questo, appunto, per ricordarci che la speranza non muore mai e, come recitano i detti, “finché c’è vita c’è speranza” e “la speranza è l’ultima a morire” (ma i Litfiba dicevano anche “chi visse sperando, muore non si può dire”, ma questa è un’altra storia).

Il prossimo passo per non perdere mai la speranza

Dal momento che, come sempre, è importante capire i concetti, ma è ancora più importante fare, ti invito a provare questo:

Scrivi l’ambito della tua vita che ritieni senza speranza. Ora pensa ad altri ambiti della tua vita in cui sei convinto di avere ancora delle speranze, perché sai di avere controllo e ancora qualcosa da dire. Concentra le tue energie e risorse per migliorare quelle per deviare la tua attenzione dai soliti pensieri catastrofici.

Con il tempo, questa forza ritrovata ti aiuterà a ritrovare l’ottimismo, la voglia di fare e la speranza.

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