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Personalità

Vivere nel passato: il presente è la via per far pace con noi stessi

Elio Marzo 1, 2022


Background

Vivere nel passato significa continuare a scappare dal presente rifugiandoci in un tempo che non esiste più, oppure vuol dire continuare a rimuginare sugli errori che abbiamo fatto, sui torti che abbiamo subito, sulle occasioni che abbiamo perso e così via.

Sia chiaro, possiamo anche aver commesso degli errori, possiamo aver subito dei torti o perso occasioni d’oro, ciò, però, non toglie che quel che è passato è passato e che, anche se non ci piace l’idea, questo non può più tornare.

Il primo passo per non vivere nel passato

Il primo passo per smetterla di vivere nel passato è, banalmente, ritornare nel presente; una cosa non così difficile a farsi, perlomeno lì per lì, e, forse, per quel tanto che ci serve per ritornare un attimo al presente.

Per tornare al presente dobbiamo iniziare ad osservare la nostra mente e, così facendo, i nostri pensieri ossessivi sul passato si fermeranno (di più su questo argomento più avanti). Possiamo sfruttare questo “momento di pausa” della nostra mente per andare più a fondo con uno qualsiasi degli spunti visti più avanti, oppure possiamo continuare a mantenere la nostra presenza nel qui e ora più a lungo.

Che cosa c’entra vivere nel passato con il lavoro?

non vivere nel passato

Il lavoro è una cosa che ci impegna profondamente oggi, nel momento presente. Se continuiamo a focalizzarci e a tornare in maniera ossessiva sul passato, vuol dire che non siamo abbastanza focalizzati nel tempo presente e su quello che il lavoro ci richiede.

Se noi continuiamo a ritornare agli eventi passati, sprechiamo tempo, energie e risorse per rivivere eventi che sono esistiti in passato. Questi eventi, se continuiamo a ritornarci sopra con la mente, sono stati, molto probabilmente, negativi ma, se continuiamo a riviverli nella nostra mente, vuol dire anche continuare a prolungare virtualmente all’infinito questa negatività e questa sofferenza.

Così facendo non ci concentriamo a sufficienza su quello che il nostro lavoro ci richiede oggi, sulle possibilità che ci possono capitare, o magari, anche su costruire nuove possibilità che poi potremmo sfruttare in futuro.

Continuare a vivere nel passato, quindi, influenza in maniera negativa il nostro lavoro nel senso che non abbiamo la presenza necessaria per essere il più efficaci ed efficienti possibili nella nostra occupazione il che, ovviamente, mina alla nostra soddisfazione sia professionale che personale.

Allo stesso modo, chiaramente, non vale nemmeno rimanere attaccati al passato pensando alle nostre vecchie glorie, magari ad un momento in cui le cose ci andavano bene, mentre adesso le cose non vanno, magari, poi così bene.

Se in passato la vita ci andava meglio, vuole solo dire che, oggi, dobbiamo trovare delle soluzioni per farci andare meglio le cose. Il problema non è che ieri le cose andavano meglio, il problema è che oggi le cose non vanno poi così bene.

Dobbiamo quindi provare a staccarci da quello che è stato e che non è più, e ritornare al presente per cercare, laddove possibile, di sistemare le cose.

Il passato era davvero così tanto positivo?

Spesso, tendiamo a rifugiarci nel passato pensando che questo fosse in qualche modo migliore, magari perché ce lo ricordiamo come tale. Questa, però, è una distorsione cognitiva: non è, infatti, detto che in passato fossimo realmente più felici. Anzi, sicuramente, nel tempo che noi ricordiamo come più felice, avevamo sicuramente dei problemi che, almeno allora, ci potevano sembrare gravi o insormontabile.

Questo è uno degli aspetti del passare del tempo, ossia il fatto che, proprio con il passare degli anni, tendiamo a ricordare il nostro passato in maniera migliore di come era effettivamente stato. Quindi, continuando a vivere nel passato, rischiamo di rifugiarci in una versione idealizzata di quella che era stata la nostra vita, ma che, in realtà, non era così come ce la ricordiamo noi adesso. E questa, quindi, è una trappola della nostra mente.

C’è però un’altra trappola da cui ci dobbiamo guardarci, ossia il fatto che quando noi pensiamo che il passato fosse migliore, è perché quando eravamo più giovani eravamo sostanzialmente “vergini” di qualunque esperienza, e questo faceva sì che questa “verginità” ci facesse vivere ogni esperienza della vita come nuova e meravigliosa.

Vogliamo rivivere quelle emozioni

il passato è passato

Un’altra trappola ancora del passato è che noi cerchiamo di rivivere questo passato, magari anche facendolo rivivere nel momento presente, ma, in realtà, ciò di cui abbiamo nostalgia non è tanto l’evento in sé, quanto piuttosto l’emozione che aveva provocato in noi quell’evento particolare. Quando viviamo nel passato, quindi, cerchiamo, più che altro, di ritrovare quella emozione, un’emozione che, molto probabilmente, non potrà più tornare perché era stato il risultato di tutti gli eventi in quel preciso momento del tempo. Ora che la situazione è, naturalmente, diversa quelle condizioni non potranno essere più ricreate.

Fatica ad accettare il mondo adulto

Quando si cresce, però, è più difficile incontrare questo senso di stupore, anche perché la nostra personalità cambia, i nostri bisogni cambiano e quindi anche la nostra predisposizione ad incontrare lo stupore. Quando diventiamo adulti e più strutturati non diventiamo necessariamente più impermeabili allo stupore, ma, semplicemente, viviamo ciò che ci accade in maniera diversa. Faticare ad accettare questo vuol dire, sostanzialmente, faticare ad accettare il nostro cambiamento verso il mondo adulto. Ma, anche se non ci piace, non possiamo resistere al cambiamento perché il cambiamento fa parte di noi e della natura.

Il passato non esiste

Un’altra trappola del passato è che questo spesso si traveste da cosa reale o, per meglio dire, la nostra mente ce lo fa percepire come una cosa reale. Quello che dobbiamo capire, però, è che il passato non esiste (più); il passato è una concettualizzazione, una proiezione della nostra mente nel passato, appunto, sostanzialmente un’idea nella nostra testa.

Sicuramente in passato abbiamo fatto delle esperienze bellissime, sicuramente nel passato abbiamo ottenuto grandi risultati e sicuramente nel passato ci divertivamo molto di più; nessuno nega questo. Tutte queste cose sono parte della nostra storia e di ciò che siamo noi oggi ma, per quanto reali nel passato, queste cose OGGI non esistono più. Il passato è passato.

Continuare a vivere nella nostalgia del passato, quindi, vuol dire sprecare un sacco di risorse e di energie. E’ come se fossimo sopra una bicicletta su cui pedaliamo fortissimo, una biciletta però in cui la ruota dietro è alzata, per cui, non toccando terra, nonostante tutti i nostri sbattimenti, non ci muoveremmo di 1 mm.

Con il passato è la stessa cosa: è come se la nostra mente si sbattesse un sacco per rivivere o sistemare un qualche cosa che è accaduto nel passato ma che, però, non esistendo più, non può essere sistemato per cui questo è, come dicevamo prima, un grande spreco di energie.

Come smettere di vivere nel passato

nostalgia del passato

Come tutti sappiamo, non possiamo cancellare il passato ma, soprattutto, non dovremmo cancellarlo. Qui, ovviamente, sto parlando di situazioni in cui nel passato non ci siano stati casi di violenza, di abuso, lutti o comunque eventi molto gravi che hanno il potere di influenzarci molto profondamente. In questi casi è bene parlarne con qualcuno, che so, uno psicoterapeuta, ad esempio, o comunque qualcuno di esterno alla nostra solita cerchia e che abbia le competenze per tirarci fuori dai nostri pensieri.

Invece qui sto, più che altro, parlando di accadimenti negativi che, chi più chi meno, fanno comunque parte della vita di tutti e rientrano nella normalità delle cose: scelte sbagliate, relazioni finite, occasioni perse e così via.

In questi casi, allora, sì, il nostro passato, per quanto ci sembri in negativo, è comunque parte di noi, è parte della nostra storia e, che ci piaccia o no, è la strada che abbiamo percorso per arrivare fino ad oggi. Nel passato, anche se non lo vediamo e anche se abbiamo fatto degli errori, si nascondono delle grandi possibilità che noi abbiamo per crescere e per evolvere; possibilità che noi possiamo abbracciare solamente se smettiamo di crogiolarci nel nostro passato e decidiamo di abbracciarne gli insegnamenti.

Il nostro passato come ricchezza

Per quanto siamo convinti di aver perso qualcosa in passato, possiamo cercare di trasformare questa perdita, questo senso di povertà in un senso di ricchezza, nel senso di avere un’occasione d’oro per crescere, per evolverci, per andare oltre  quelli che noi pensiamo essere i nostri limiti.

Certo, per fare questo, serve tanto coraggio e, chissà, anche magari l’aiuto di qualcuno. Certo, però, che se il nostro passato ci fa soffrire così, è anche perché lì, nel nostro passato, si nasconde una lezione che noi dobbiamo ancora imparare. E allora la questione è chiedersi quale sia questa lezione che noi dobbiamo ancora imparare. Forse è proprio qui che sta la risoluzione dei nostri problemi con il passato.

Osservare la nostra mente

Come dicevamo prima, il passato altro non è che una proiezione nella nostra mente, un qualcosa, quindi, che alla fine non esiste nel mondo reale. Per smettere di crogiolarci nel nostro passato, allora, quello che dobbiamo fare è ritornare nel momento presente. Come dicevamo quando parlavamo della paura del futuro, il modo migliore per smettere di pensare è osservare la nostra mente.

Nel momento in cui osserviamo la nostra mente, questa smette di pensare e, smettendo di pensare, ci liberiamo dalla trappola del passato e iniziamo a vivere il presente. Se poi hai praticato anche un po’ di meditazione, saprai anche che, purtroppo, dopo poco, la nostra mente ricomincerà a pensare; ma questo non è un problema perché, ormai, abbiamo capito come bloccare il pensiero. Nel momento in cui ci rendiamo conto che la nostra mente ha iniziato di nuovo a viaggiare verso il passato, non dobbiamo fare altro che riportare la nostra attenzione sul presente.

Smettere di vivere nel passato ritornando al presente

vivere di ricordi

Direttamente collegato con quanto visto sopra, c’è non solo il fatto di osservare la nostra mente ma, per prolungare questo stato di sospensione del pensiero, dobbiamo continuare a tenere occupato il nostro cervello rimanendo concentrati e attenti su tutto ciò che ci circonda, a partire dal nostro corpo, continuando con quello che abbiamo intorno e osservando anche le azioni che noi compiamo.

Nel momento in cui noi manteniamo salda questa attenzione i pensieri del passato non avranno modo di ritornare a trovarci perché abbiamo occupato il cervello con la nostra attenzione al momento presente al, come si dice, qui e ora. Vivere il presente è un ottimo modo per smettere di pensare a quello che è stato e vivere nel passato.

Smettere di razionalizzare e di pensarci su

Parlavamo della forza della mente e di come questa, il più delle volte, ci incateni per portarci a fondo. Questo perché, spesso, non pensiamo solo al passato ma cerchiamo anche di spiegarlo: cerchiamo di spiegare le nostre azioni, cerchiamo di spiegarci le azioni degli altri, cerchiamo di trovare soluzioni e giustificazioni per quello che è stato.

Il problema, qui, però, è che, come nel caso delle emozioni, passato e razionalità parlano due lingue diverse: la razionalità, parla la lingua della ragione, il passato invece parla la lingua delle emozioni e, come dicevamo, razionalità ed emozioni sono due cose distinte che, sì, vanno insieme e sono complementari, ma dobbiamo fare attenzione a non mischiarle.

Oltretutto, se noi cerchiamo di razionalizzare e spiegare il nostro passato, cerchiamo di riportare sul piano della oggettività qualcosa che oggettivo non è. Infatti, il passato, per quanto crediamo di ricordarcelo bene, sarà comunque in qualche modo influenzato dai filtri, dai ricordi e dal tempo che è passato, tutte cose che, in un modo o nell’altro, distorcono ciò che è stato. Un po’ come nel caso del telefono senza fili in cui il messaggio iniziale è spesso molto diverso dal messaggio finale. Allo stesso modo l’evento iniziale sarà stato, molto probabilmente, molto diverso da come ce lo ricordiamo noi oggi.

Attenzione alle parole che ci diciamo

rimuginare sul passato

Spesso quando pensiamo al passato ci diciamo che prima era molto meglio, ci lasciamo vivere di ricordi e ci sentiamo intrappolati in un presente che non ci soddisfa. Chissà, magari abbiamo anche le nostre brave ragioni per non essere soddisfatti, ma ciò non toglie che se continuiamo a focalizzarci e lamentarci del nostro presente e di quanto faccia schifo, non andremo mai avanti.

Le nostre parole influenzano le nostre azioni, le nostre azioni quando ripetute, diventano abitudini. Se ci diciamo che il nostro presente è una merda e che il passato era molto meglio, allora sicuramente il nostro presente diventerà una merda e il nostro passato sarà molto meglio appunto. Occhio, però, che questo non succede perché le cose stanno effettivamente e oggettivamente così; questo succede perché siamo noi a scegliere di farle andare così.

Ricordiamoci quindi di non forgiare il nostro presente in funzione del nostro passato, ma di usare il passato come una lezione da cui imparare a vivere meglio nel presente.

Assumerci le nostre responsabilità

Anche se in passato abbiamo commesso degli errori, ciò non deve definirci per sempre, e soprattutto, non deve essere un qualcosa che imputiamo agli altri o alla cattiva sorte. Ciò che è stato è stato, e rimuginare sul passato in modo ossessivo non fa che accrescere il nostro dolore, soprattutto quando sappiamo di non poter più rimediare ai nostri errori.

Non poter tornare indietro e “metterci una pezza” senza dubbio fa male di brutto, ma sicuramente, qualunque cosa sia accaduta, non l’abbiamo fatta accadere con cattive intenzioni; forse, più semplicemente, non era il nostro momento e non eravamo ancora abbastanza “sviluppati” e consapevoli per fare una scelta diversa.

Assumersi le proprie responsabilità e le responsabilità dei propri errori senza “scaricare il barile” su qualcun altro è il primo passo per fare pace con il passato. Non esiste nessun modo per combattere e cambiare il passato, ma abbiamo tutte le possibilità per andare oltre ciò che è accaduto incontrare una nuova parte di noi stessi.

Salire di nuovo subito a cavallo

Se continuano a pensare agli errori che abbiamo commesso e, così facendo, continuiamo a vivere nel passato, allora rimarremo bloccati lì. Ma noi non vogliamo rimanere bloccati, no? Dobbiamo guardare avanti nonostante tutto, cercare di prendere coraggio, risalire sul cavallo che ci ha disarcionato e, proseguire imperterriti, nonostante la nostra paura di fallire, anche perché è solo attraverso le prove e i fallimenti che riusciamo nei nostri intenti.

Dobbiamo però andare avanti perché la vita va avanti, il mondo va avanti e cambia, e nulla è più come prima. L’onda che è passata qualche minuto fa è completamente diversa dall’onda che arriva adesso e, per quanto ci fissiamo, l’onda passata non tornerà più.

Vivere nel presente/passato

A volte, possiamo essere tentati di recuperare il nostro passato facendolo rivivere nel presente cercando di riproporlo esattamente com’era allora. Questo, ovviamente, non è possibile farlo ma, come dicevamo prima invece che provare a trasportare il passato nel presente, possiamo, invece, portare nel presente ciò che abbiamo fatto nel passato per cercare di diventare, oggi, persone più complete e più vere a noi stesse.

E, come al solito ormai, ci tengo a chiudere l’articolo con una canzone “a tema” che ci dia la motivazione e la spinta necessarie ad andare avanti. La canzone per questa puntata è Present tense dei Pearl jam.

Enjoy 🙂

Https://www.youtube.com/watch?v=v5yvykn9bic

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