play_arrow

keyboard_arrow_right

skip_previous play_arrow skip_next
00:00 00:00
playlist_play chevron_left
volume_up
chevron_left
  • Home
  • keyboard_arrow_right Personalità
  • keyboard_arrow_rightPodcasts
  • keyboard_arrow_right
  • keyboard_arrow_right Paura di Sbagliare: sbagliare è umano ma non dobbiamo avere paura dell’Errore

Personalità

Paura di Sbagliare: sbagliare è umano ma non dobbiamo avere paura dell’Errore

Elio Dicembre 15, 2021


Background

La paura di sbagliare si annida dentro ciascuno di noi e, purtroppo, spesso ci blocca dal realizzare ciò che noi vorremmo realizzare di più nella nostra vita.  Eppure, l’errore, è un prezioso alleato che ci può aiutare a perseguire I nostri obiettivi e dare il meglio di noi.

Non so te, ma per me la paura di sbagliare è stata una cosa che, nel corso degli anni, ha fortemente limitato la mia efficienza sul lavoro e la mia creatività.

La paura di sbagliare, così come la paura del fallimento e la paura del giudizio degli altri ha, molto probabilmente, a che fare con le nostre paure più ancestrali, con il nostro rapporto con gli altri inteso come “tribù” e la paura di sentirsi esclusi.

Oggi, la paura di sentirsi o di venire esclusi la chiamiamo “solamente” FOMO (FEAR OF MISSING OUT), ma una volta essere esclusi dalla tribù poteva voler dire morire, il che è molto peggio!

Così stando le cose, non stupisce quindi che la paura sia, in un certo senso, codificata dentro di noi, anche se, al giorno d’oggi, questa paura non ha più così tanto senso di esistere, perlomeno nella sua forma “originale”.

Oltretutto, pur non vivendo più nelle tribù, siamo comunque legati alla paura di sbagliare, anche, ma non solo perché, fin da bambini leghiamo lo sbaglio, l’errore, ad una valutazione e quindi, più errori facciamo, più la nostra valutazione si abbassa e diventiamo adulti pensando che l’errore sia indissolubilmente legato ad una bassa performance.

Se perciò cresciamo con l’idea che l’errore sia qualcosa da correggere, qualcosa di negativo allora, di nuovo, non stupisce che abbiamo sempre paura di sbagliare, che so, al lavoro o nelle relazioni.

Abbiamo paura di sbagliare ok, ma se l’errore fosse una cosa positiva?

ho paura di sbagliare

Il problema, però, è che l’errore è un passo fondamentale verso l’acquisizione delle competenze, in un senso più scolastico del termine, ma anche un passo altrettanto indispensabile per il raggiungimento dei nostri obiettivi e per la nostra realizzazione come persone.

Anzi, lo sbaglio può essere visto come qualcosa di positivo, se non altro perché il commettere degli errori equivale a dire che qualcosa stiamo facendo, che è infinitamente meglio di stare fermi e non fare nulla.

Certo, chi non fa nulla non fa nemmeno errori e non sbaglia mai, ma è anche vero che non progredisce di 1 cm e che non cresce; chi fa, invece, molto probabilmente sbaglierà, e, chissà, magari ne pagherà anche le conseguenze, ma avrà fatto un percorso infinitamente più lungo rispetto a chi non ha fatto nulla.

Come si dice “il poco si conta, il nulla non si conta”.

Ma, anche ammettendo che “facciamo” e quindi compiamo degli errori, non basta compiere degli errori ma dobbiamo avvicinarci allo sbaglio in modo costruttivo: un conto è dirsi “sono stato uno stupido, ho fatto questo errore!”, un conto è dirsi “ho fatto questo errore stupido”.

Il primo è un giudizio su se stessi, il secondo è un giudizio sull’errore; il primo non ci aiuta se abbiamo paura di sbagliare, il secondo vede lo sbaglio solo come un ostacolo di percorso.

Vediamo quindi che cosa comporta la paura di sbagliare e quali sono i pensieri negativi ad essa collegati e, per ognuno di questi, cerchiamo di trovare una controparte positiva.

Se ci focalizziamo sulla paura di sbagliare ci mettiamo addosso troppa pressione

Atteggiamento negativo: “questa cosa mi deve assolutamente riuscire, sennò… “

Qualunque cosa facciamo, se la facciamo solamente avendo la performance in testa e se ci mettiamo il paletto di non commettere errori, allora immancabilmente:

1) rimarremo delusi perché non è possibile fare delle cose perfette in tutto e per tutto

2) Ci caricheremo di un peso inutile che, oltretutto, focalizzandoci solo sul risultato finale, non prende nemmeno in considerazione quello che stiamo facendo nè “come” lo stiamo facendo.

Atteggiamento positivo: ok, abbiamo già detto che fare le cose alla perfezione non è possibile A) perché esiste sempre un margine di miglioramento e B) la perfezione non è di questo mondo. Ma in realtà, la cosa importante da ricordare è che l’unico vero errore che noi facciamo è non provare nemmeno a fare le cose se non abbiamo la certezza di farle perfette.

L’unico vero sbaglio di cui dovremmo avere realmente paura è quello di lasciare perdere, perché quelli che noi chiamiamo errori, altro non sono che normali step e ostacoli che noi troveremo lungo il percorso.  Nella vita si sbaglia, non si scappa da qui, e questo significa che sia l’errore che il fallimento sono da mettere in conto.

Il perfezionismo e la paura dell’errore

paura di sbagliare al lavoro

Atteggiamento negativo: “Devo fare le cose alla perfezione, altrimenti non sono contento/a”.

Collegato con il punto precedente, di cui è anche il cugino stretto, è il perfezionismo ossia quella spinta interiore che abbiamo che non ci spinge a fare le cose “solo” bene, ma che non accetta niente di meno che la perfezione.

Come dicevamo prima, la perfezione è una meta ideale a cui tendere che nella realtà non è raggiungibile e, francamente, è solo un grande stress.

Atteggiamento positivo: “ho fatto degli errori, ma sbagliando si impara”.

Interpretare l’errore come uno step necessario verso il raggiungimento dei nostri obiettivi è fondamentale. Inoltre, come si dice, “nessuno nasce imparato” e il modo migliore per imparare è commettere degli errori.

La paura dello sbaglio si vince quindi solo sbagliando, e continuando a sbagliare, interiorizziamo l’errore che, quindi, non sarà più una cosa da evitare come la peste, ma diventerà occasione di crescita, quindi, qualcosa che cercheremo attivamente. (un po’ come fanno a Google con X).

Per prendere più confidenza con il fare errori possiamo allenarci in situazioni più sicure e controllate, in situazioni, cioè, dove commettere errori è sicuro, permesso, e anzi, incoraggiato. Ad esempio, questi errori possono essere commessi quando siamo in una situazione di allenamento e pratica.

Una delle cose migliori che possiamo fare quando abbiamo paura di commettere degli errori è fare il più pratica possibile e prepararci al meglio delle nostre possibilità in quel preciso momento.

Ma soprattutto è importante non legare la nostra soddisfazione al “non commetter degli errori”, quanto invece all’impegno che ci abbiamo messo. Come a dire che dovremmo essere soddisfatti non tanto di come vanno le cose, ma di quello che avremo fatto noi per farle andare bene.  

Comunque vada, sarà un successo

Sempre riguardo alla questione del perfezionismo, ma questa volta forse contestualizzato un po’ di più in ambito lavorativo mi viene anche da pensare che nel momento in cui cerchiamo il perfezionismo, ma, allo stesso tempo, commettiamo una grande quantità di errori, allora, chissà, potrebbe anche essere che quello che stiamo facendo non sia esattamente nelle nostre corde.

Quando parlavamo del talento, dicevamo che quando operiamo all’interno del nostro elemento, naturalmente, e senza sforzo, commettiamo meno errori, questo perché appunto il nostro cervello si deve sforzare meno. Quando, al contrario, operiamo in un ambito che è molto lontano da noi, allora, il nostro cervello fa un sacco di fatica, aumentando quindi la possibilità che noi commetteremo errori.

In questo caso, invece che cercare a tutti i costi una perfezione che, comunque, non potremmo ottenere, possiamo considerare gli errori come delle spie che il nostro cervello fa lampeggiare per farci capire che quello su cui stiamo lavorando noi, probabilmente, non è tanto nelle nostre corde.

Anche alla luce di questo, quindi, la paura di sbagliare ha poco senso di esistere, per lo meno nella forma così tanto invalidante che spesso ciascuno di noi vive.

Se sbaglio, chissà cosa penseranno gli altri di me

come superare la paura di sbagliare

Atteggiamento negativo: “se faccio qualche errore stupido, gli altri mi giudicheranno negativamente o mi rideranno dietro”.

Come dicevamo quando parlavamo del giudizio degli altri, legare la nostra serenità a quello che pensano gli altri di noi è molto pericoloso perché non abbiamo alcun controllo di ciò che gli altri pensano di noi. Gli altri potrebbero pensare male (o anche bene, no?) di noi a prescindere dagli errori che facciamo.

Atteggiamento positivo: “io farò del mio meglio, e poi gli altri pensino quello che vogliono” (e, comunque, tutti sbagliano)

Come dicevamo, il giudizio degli altri non conta non fosse altro perché noi non abbiamo alcun modo per controllarlo o direzionarlo.

Vivere con la paura di sbagliare perché abbiamo paura di quello che gli altri potrebbero pensare di noi, sarebbe come vivere perennemente con qualcuno che ci punta la pistola alla testa minacciando di spararci, ma, in realtà, non sappiamo se e quando lo farà. Siamo veramente sicuri di voler dare agli altri questa pistola?

Inoltre, se poi proprio abbiamo questa spinta a volerci esporre al giudizio degli altri, benissimo, però basta che ci esponiamo al giudizio di qualcuno che ci possa aiutare a fare meglio e che non ci giudichi in base ai suoi standard e ai suoi obiettivi, ma che ci giudichi rispetto agli standard e agli obiettivi che sono nostri.

Inoltre, non dovrebbe valutare tanto il risultato (o l’errore) in sé, ma più che altro, dovrebbe valutare lo sforzo e il processo che abbiamo utilizzato.

Mi viene in mente, un coach, un tutor, un insegnante, uno psicologo, in generale, qualcuno che ci guidi nel processo e che sia più avanti di noi; argomento peraltro trattato qui.

Per esempio, possiamo prendere in prestito dal mondo della formazione, l’idea della zona di sviluppo prossimale, che è un po’ la cugina della zona di comfort. Nell’allontanarci dalla zona di comfort noi ci allontaniamo da quelle che sono le nostre consuetudini, le cose che ci fanno sentire sicuri e protetti, e possiamo fare questo sia con qualcuno che ci aiuti, sia da soli, con quello che questo comporta, ad esempio sbagliare (ma guarda un po’!).

Nella zona di sviluppo prossimale, di nuovo noi ci allontaniamo da ciò che rientra nelle nostre competenze, ma lo facciamo espressamente con qualcuno che, piano piano, step per step, ci porti sempre più lontano.

In questo caso, esporsi al giudizio di altri, non ha una valenza negativa ma ha più che altro una valenza di valutazione del lavoro fatto e di creazione di un percorso per apprendere meglio e più velocemente (e magari anche con meno errori).

La paura di sbagliare porta alla procrastinazione

come vincere la paura di sbagliare

Atteggiamento negativo: “aspetto a fare questa cosa finché non sono sicuro di farla perfetta”.

A parte il fatto che, come visto sopra, la perfezione non esiste, se aspetteremo di essere pronti per fare le cose in modo impeccabile, stiamo tranquilli che non inizieremo mai e quindi, continueremo a procrastinare.

Atteggiamenti positivi: “meglio fatto che perfetto” e “sbagliare velocemente”.

L’unico modo per arrivare al raggiungimento dei nostri obiettivi è “fare”, il che implica il fatto di sbagliare. Se stiamo fermi e continuiamo a rimandare per paura di sbagliare, alla fine, non arriveremo mai da nessuna parte.

Tutto ciò che possiamo fare noi è, semplicemente, “fare” concentrandoci solo ed esclusivamente sulle cose che noi possiamo controllare. Su queste, si, vale la pena impegnarsi al massimo delle nostre possibilità, ma, come dicevamo sopra, anche se sbagliassimo, beh, pazienza!

Per tutto il resto, come ad esempio il giudizio degli altri, o tutte le cose che stanno al di fuori del nostro controllo, non ha senso preoccuparsi, e al limite, questo sì, possiamo chiederci “che cosa possiamo fare per far sì che questo non accada di nuovo a prescindere dagli eventi esterni?”.

Sempre in termini “temporali”, ricordiamoci anche che non solo più spostiamo lo sbaglio in avanti nel tempo più ritardiamo il raggiungimento dei nostri obiettivi, ma anche che più lentamente sbagliamo, più in avanti nel tempo spostiamo questo risultato.

Se un’azienda ci mettesse quattro anni a lanciare un prodotto sul mercato per poi rendersi conto che non funziona, avrebbe comunque perso molto più tempo rispetto ad un’azienda che arrivasse alla stessa conclusione dopo soli sei mesi.  

Come a dire che la seconda azienda avrebbe un vantaggio sulla prima di tre anni e mezzo. Mica poco!

E già che si parlava di risultati, consideriamo anche che tutto il progresso scientifico si basa sul processo di ipotesi e verifica di questa ipotesi.

Nella fase di verifica, ovviamente, ci si potrebbe rendere conto di aver commesso degli errori nella sperimentazione, quindi, l’ipotesi che ci si aspettava non risulterebbe vera. Nessun problema; sulla base di quell’errore, si formulerebbe un’altra ipotesi e poi un’altra, e un’altra ancora e, con il tempo, si arriverebbe alla validazione di un’ipotesi corretta, alla quale, però, non si sarebbe potuti arrivare senza tutti gli errori precedenti.

Il giudice interiore è il più severo di tutti

Atteggiamento negativo: “sono proprio uno stupido! Ho fatto questo errore da scemi!”.

Spesso non è tanto il giudizio degli altri a bloccarci, quanto piuttosto quello che noi pensiamo di noi stessi. Del giudizio degli altri possiamo anche scegliere di fregarcene e di non ascoltarlo, molto più difficile è non ascoltare quello che noi pensiamo di noi stessi nella nostra testa e non cedere alla paura di non essere all’altezza della situazione, delle aspettative degli atri (o delle nostre).

Atteggiamento positivo “ho commesso un errore stupido! La prossima volta ci starò più attento”

Credo che il cambiamento di mentalità più importante che possiamo fare in questo caso è considerare l’errore come un qualcosa di inevitabile che facciamo perché, appunto, stiamo facendo qualcosa. Se stiamo facendo qualcosa, allora vuol dire che ci stiamo impegnando e vuol dire che siamo vivi e attivi che, come dicevamo prima, è una situazione infinitamente migliore rispetto a non fare errori e non fare nulla.

Il commettere degli errori non solo è un segno che siamo vivi, ma è anche un segno distintivo del nostro essere umani e, in quanto umani, non possiamo fare altro che sbagliare.

La nostra grandezza sta (starebbe) nell’imparare dai nostri sbagli e non è un caso che esista il detto “Sbagliando si impara”.

Riconoscere i propri errori è il primo passo, ma se questi ci servono ad imparare, allora possiamo, piano piano, progredire e avvicinarci ai nostri obiettivi.  Diversamente, se non ci muoviamo per paura di sbagliare o se continuiamo a commettere gli stessi sbagli, allora vuol dire che c’è qualcosa che non va.  

C’è ancora un altro detto che dice

“sbagliare è umano, perseverare è diabolico”.  

Sentirsi dei falliti e darsi delle frustate perché abbiamo commesso degli sbagli è controproducente e non porta da nessuna parte.  Molto meglio avere un approccio più costruttivo allo sbaglio, cosa che, a parer mio, dovrebbe entrare nella testa anche delle istituzioni scolastiche.

The show must go on

Ricordiamoci, infine, di contestualizzare un po’ la cosa e di mettere in prospettiva Il nostro sbaglio. Quando si parla degli altri, difficilmente qualcuno si ricorderà in futuro del nostro sbaglio.

Per quanto riguarda noi, difficilmente ci ricorderemo del nostro sbaglio fra una settimana, un mese, un anno.  Molto spesso, i nostri sbagli hanno un’implicazione e una portata minima nella nostra vita, checché la nostra paura e il nostro cervello ci portino a pensare.  

E poi, allargando ancora un po’ lo sguardo, nell’ambito del mondo e dell’universo il nostro sbaglio ha un peso praticamente inesistente che non sposta di una virgola il movimento rotatorio della terra e il passare del tempo e delle stagioni.

Gli altri, il mondo e l’universo non si ricorderanno mai dei nostri sbagli e, in fondo, non gliene frega una mazza, e allora, tutto sommato, non ha senso spaccarsi la testa su una cosa che non ha la minima importanza.

Un abbraccio.

Come superare la paura di sbagliare (in pratica)

Prova a pensare ad un ambito della tua vita, ad un progetto, ad un lavoro che vorresti fare, ma sul quale sei completamente fermo perché hai paura di sbagliare. Prova a mettere per iscritto questa paura tanto per metterla su carta e tirarla fuori dalla tua testa.  

Una volta fatto questo, nonostante la paura, inizia a fare, un passo dopo l’altro senza correre e senza metterti fretta. Di sicuro, sbaglierai, ma non preoccuparti! Cadi pure e rialzati, così come fanno i bambini quando imparano a camminare.

Più cadrai e più ti rialzerai e più ti renderai conto che riesci a mettere un piede davanti all’altro proprio perché hai sbagliato.

Se un genitore raccogliesse da terra un bambino tutte le volte che cade mentre sta imparando a camminare e gli dicesse “oh piccino! La mamma e il papà non ti permetteranno più che tu ti faccia male! Non ti faremo più camminare!” allora, nessun bambino imparerebbe a camminare.

Datti pure la libertà di sbagliare, è un tuo diritto, ma impara dai tuoi sbagli, è un tuo dovere.

Previous episode
Post comments (0)

Leave a reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *